Dai bellissimi dipinti del Caravaggio al Pio Monte della Misericordia ai Tribunali, ai giardini e alle sale del Museo di Capodimonte, passando per le meravigliose stanze della Reggia di Caserta. Per poi ritornare a Napoli alla scoperta dei gioielli storico-artistici dei Decumani, fino alla Certosa di San Martino. Saranno questi i luoghi dove i giovani partecipanti affetti da disabilità psichiche e fisiche faranno tappa per fruire dei tesori dell’arte, grazie al progetto messo in campo dall’associazione Guide Turistiche Italiane che, in collaborazione con il Centro Serapide, promuove l’iniziativa «L’ARTE di star bene», in partenza il 1 ottobre e pensata per ragazzi dai 14 ai 18 anni con problemi psicomotori e cognitivi. Un progetto che vede il turismo come forma di inclusione sociale, opportunità di venire a contatto con la cultura, occasione di affrancamento per i giovanissimi che vivono una condizione di svantaggio psicofisico per problemi psicomotori o disagi neuropsicologici.  «L’ARTE di star bene» consiste in 5 appuntamenti pomeridiani, di un paio d’ore ciascuno, alla scoperta dei luoghi simbolo di Napoli, organizzata dalla sezione campana di GTI – Guide Turistiche Italiane e Centro Serapide (Fisioterapia e Fisiokinesiterapia). Dopo l’incontro del 1 primo ottobre, alle 15, con la visita al Caravaggio del Pio Monte della Misericordia, si proseguirà l’8, il 13, il 20 e il 27 ottobre rispettivamente con la Reggia di Caserta per poi tornare a Napoli con i Decumani di piazza del Gesù, il Museo di Capodimonte e la Certosa di San Martino. Un debutto, per Napoli, seppure GTI sia da tempo impegnata sul fronte dell’inclusione sociale e del turismo accessibile per le differenti disabilità. Destinatari sono ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, che saranno accompagnati dai loro educatori e da guide appositamente formate. «Sono stati loro a scegliere le destinazioni all’interno di una molteplicità di mete indicate – spiega Marco Fiore (nella foto), referente GTI per Napoli e la Campania – Abbiamo voluto coinvolgerli e renderli protagonisti da subito». L’obiettivo però è duplice. «Rendere fruibile a tutti il patrimonio storico-artistico, un concetto in cui noi crediamo molto. Confermare che in un periodo difficile come questo, con la pandemia in corso, la nostra è una professione fondamentale». Ma soprattutto chiaro il senso dell’iniziativa: «Essere divulgatori di storia, cultura, arte – aggiunge Fiore – significa anche impegno per le relazioni umane. Un secondo ciclo sarà effettuato nei prossimi mesi in altre zone della Campania», conclude. 

di Giuliana Covella