martedì, Aprile 30, 2024
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Edilizia sociale in Italia: emergenza e sviluppo

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La casa, di proprietà o in affitto, è uno dei nodi del nostro paese: lo rivela il primo rapporto sull’Abitare sociale, realizzato dall’Osservatorio sull’Abitare sociale in Italia (Oasit). «Il problema dell’abitare sociale è molto sentito da tutti gli italiani, anche da coloro che hanno una  residenza e non sono direttamente investiti dal problema. È sentito maggiormente da chi vive in affitto. L’esigenza di case disponibili a tutti a prezzi accettabili è molto sentita e s i chiede  un intervento del pubblico e anche del privato. Nel sud, così come per gli altri problemi sociali è molto più sentito». Così Renato Mannheimer (VIDEO), presidente dell’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo), commenta il “Primo Rapporto sull’abitare sociale – dall’emergenza allo sviluppo”, presentato nel Real Albergo dei Poveri, a Napoli. Un luogo ricco di simbolicità, perché in epoca borbonica la struttura nacque per assicurare dignità e futuro agli “ultimi” del Regno. Proprio da qui, l’Osservatorio sull’abitare sociale in Italia, che unisce esperti ed economisti, prova a tracciare il fenomeno.

QUADRO ITALIANO – Il quadro dell’Abitare sociale che emerge dall’insieme delle informazioni disponibili è che, anche se molto più  lentamente che in passato, continua a erodersi la quota di famiglie che vivono in una casa in locazione. L’ultimo dato Istat indica che, nel 2008, solo il 18,9% delle famiglie occupava una casa in affitto, ma nelle grandi aree urbane tale percentuale superava ancora il 24%. Tuttavia, l’indagine su cosa pensano gli italiani dell’abitare sociale, presentata in questo rapporto, suggerisce la possibilità che la percentuale dei locatari nelle stesse grandi aree urbane sia ancora calata attestandosi su valori nell’ordine del 20%. Il deflusso dal campo degli inquilini delle famiglie a reddito più elevato ha conseguentemente determinato un abbassamento del livello del reddito dell’inquilino medio, inoltre, la crisi economica, come mostrano numerose indagini, si riverbera con maggiore incisività sui redditi più bassi. Questo vale non solo per gli affittuari, come indicato dalla forte crescita delle richieste di sfratto per morosità, ma anche per i nuovi proprietari, come risulta dal forte aumento del numero di mutuatari con prospettive di default. La prima ricerca traccia uno stato di crisi: le famiglie in condizioni di disagio, ovvero quelle per cui la casa costa più del 30% del reddito, è di circa uno su dieci. In numeri sono 2,4 milioni le famiglie che vivono questo problema, sia affittuari che proprietari con un mutuo da pagare. E se nell’eurozona l’aiuto pubblico in sostegno alla casa si aggira intorno al 7,7% (dati Eurostat), con picchi come il 32% dei Paesi Bassi, in Italia è fermo al 5,3%. Al Sud, poi, va peggio: 8 intervistati su 10 pensano che la carenza di alloggi sia un problema grave e che peggiorerà con il passare del tempo. La soluzione? Per il 76% del campione l’aiuto deve arrivare dallo Stato, con il 43% propenso a un welfare state, accompagnato da un 22% che crede in una politica di welfare mix con privati cittadini. Una soluzione quest’ultima che in Napoli potrebbe riscoprire l’avanguardia, dove gli immobili gestiti dalla Romeo sono circa trentamila. Con un patrimonio pari a 2.364 miliardi di euro, di cui 1,081 miliardi in immobili locati, il Comune dispone uno strumento conoscitivo strategico per mettere a regime una gestione efficiente.

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CSVnet, Stefano Tabò è il nuovo presidente

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ROMA. Al termine di un lungo consiglio direttivo, Stefano Tabò è il nuovo presidente del CSVnet, il Coordinamento dei Centri di Servizio per il Volontariato Italiano. Con  venti schede favorevoli, contro le quattordici dell’avversaria Francesca Danese (presidente del CESV Lazio) e una bianca, il Presidente del Celivo di Genova si insedia alla testa del Coordinamento dopo un consiglio durato circa quattro ore. La sua carica durerà tre anni. 


Napolitano, eliminare piaga di abusi sui minori

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 ROMA.«L’indegna piaga» dei bambini abusati «va eliminata». Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Forum internazionale “The world’s children and the abuse of their rigths”, promosso da Telefono azzurro, ospitato nella Sala Koch del Senato. Dal Forum nascerà la “Carta di Roma”, un documento per la tutela dei bambini, adottato a livello internazionale da governi e comunità religiose. Napolitano esprime il suo apprezzamento per «l’opera meritoria che Telefono azzurro, assieme all’indispensabile sostegno di istituzioni, governi, associazioni ed enti operanti nel settore sociale, compiono uniti a difesa dei bambini abusati». E aggiunge: «Un mondo in cui i diritti dell’infanzia sono negati è un mondo insicuro e privo di speranza per il futuro».
SUMMIT INTERNAZIONALE – Il Forum Internazionale è organizzato da Sos Il Telefono Azzurro Onlus e dall’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’americana Mayo Clinic. Nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i leader mondiali della politica e della società sui temi dei diritti dell’infanzia, progettando nuove strategie d’intervento globale per contrastare gli abusi sui minori, fenomeno in continua crescita in tutto il mondo. «Oggi le sfide sono sempre più complesse – spiega Ernesto Caffo, fondatore e attuale presidente di Telefono Azzurro Onlus – è necessario trovare delle modalità nuove con sistemi di allerta più efficaci per le situazioni di scomparsa di minori, con aiuti alle famiglie a cui è stato sottratto un bambino».
ABUSI SUI MINORI – Gli ultimi dati (settembre 2011) dell’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), sono allarmanti. Secondo gli ultimi dati dell’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), ogni anno scompaiono almeno otto milioni di bambini, mentre 1,8 milioni sono vittime di sfruttamento sessuale. Almeno una ragazza su cinque e un ragazzo su dieci sono vittime di molestie sessuali prima dell’età adulta. Dal 2009, anno in cui è stato attivata la linea 19696 di Telefono Azzurro, sono state gestite dalla Onlus 570 situazioni di abuso sessuale (giunte alla linea 19696 di Telefono Azzurro e al 114 Emergenza Infanzia), ovvero, in media, 191 casi all’anno. Nello stesso periodo di riferimento, il servizio di Telefono Azzurro, che consente a chi naviga in Internet di segnalare contenuti inadeguati o potenzialmente pericolosi per bambini e adolescenti, ha accolto 5.768 segnalazioni: il 26% si riferiva a materiale pedopornografico.
SOS BIMBI SCOMPARSI – Per quanto riguarda invece il fenomeno dei minori scomparsi, Telefono Azzurro dall’attivazione, in Italia nel 2009 del Servizio 116000 (numero unico europeo per i bambini scomparsi) ad oggi, ha gestito 235 segnalazioni relative a casi di scomparsa, 153 di avvistamento e 50 di ritrovamento. Dai dati dell’Associazione emerge, inoltre, che il 52% dei bambini scomparsi è di sesso femminile, mentre il 66% ha un’età compresa tra zero e dieci anni.

Istat, i nuovi senzatetto? Sono del ceto medio

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ROMA. I nuovi poveri? Appartengono al ceto medio e chiedono cibo, vestiario e beni di prima necessità. A tracciarne una identità è monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas, intervenuto, oggi a Roma nella sede dell’Istat, in occasione della presentazione del censimento sui servizi alle persone senza fissa dimora. «Vengono soprattutto dal ceto medio – spiega Monsignor Nozza-. E non si tratta più soltanto di disperati la cui esistenza si svolge in strada. Provengono soprattutto dal ceto medio e sono persone che hanno perso il lavoro, che vengono da una separazione».

INDAGINE ISTAT – La crisi economica che ha colpito i paesi a livello internazionale sta cambiando l’identikit dell’homeless. Il fenomeno è stato descritto in occasione della conferenza stampa organizzata dall’Istat in collaborazione con Caritas Italiana, ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e Federazione italiana organismi per le persone senza dimora. Sono 727 gli enti e le organizzazioni che, nel 2010, hanno erogato servizi alle persone senza dimora nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta la rilevazione. Essi operano in 1187 sedi ed ognuno eroga, in media, 2,6 servizi, per un totale di 3125 servizi.

BENI DI PRIMA NECESSITA’ –  La metà delle persone senza dimora chiede aiuto in bisogni primari, come cibo vestiario e igiene personale. Richieste che riguardano 1.061 servizi sui 3125 complessivamente censiti: rappresentano il 34% del totale dei servizi e intercettano il 49,9% dell’utenza, per un numero complessivo di oltre un milione e 300 mila interventi. È quanto emerge da una rilevazione dell’Istat svolta in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con la Federazione italiana organismi per le persone senza dimora e con la Caritas, sui servizi alle persone senza dimora. I servizi di supporto ai bisogni primari hanno un’utenza annuale quasi venti volte superiore a quella dei servizi di accoglienza notturna e più che doppia rispetto a quelli di segretariato sociale e di presa in carico e accompagnamento. Sul totale dei servizi forniti, il 34% risponde ai bisogni primari, il 17% fornisce un alloggio notturno mentre il 4%offre accoglienza diurna. Molto diffusi sul territorio sono i servizi di segretariato sociale (informativi, di orientamento all’uso dei servizi e di espletamento di pratiche amministrative, inclusa la residenza anagrafica fittizia) e di presa in carico e accompagnamento (rispettivamente, 24% e 21%).

TERZO SETTORE – «L’indagine Istat – spiega Andrea Olivero, presidente Forum del Terzo Settore – rileva una situazione drammatica, peggiorata negli ultimi tre anni e acutizzata negli ultimi dodici mesi. Di fronte alla crisi, vediamo crescere le difficoltà del ceto medio. Aumentano in maniera esponenziale i disagi, soprattutto per le famiglie al Sud, ma allo stesso tempo subiamo i tagli del welfare, delle politiche di prossimità. Siamo vicini a un punto di non ritorno».

Chiude il pronto soccorso, scatta la protesta

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NAPOLI. Cittadini e istituzioni in presidio permanente contro la chiusura del pronto soccorso all’ospedale San Gennaro di Napoli. È quanto hanno deciso i rappresentanti del Comitato di rinascita dell’ospedale San Gennaro, nato all’indomani della decisione del commissario regionale per la sanità di sopprimere il servizio al nosocomio. Il Comitato ha raccolto finora oltre 1.500 firme per una petizione popolare da inviare al sindaco di Napoli Luigi De Magistris e al presidente della Regione Stefano Caldoro. Aperto per un’utenza di circa 130mila abitanti, che risiedono nel solo Rione Sanità, il pronto soccorso chiuderà i battenti il prossimo 30 novembre. Il provvedimento è stato varato dal nuovo piano sanitario della Regione, che prevede l’accorpamento del San Gennaro e dell’Ascalesi al futuro ospedale del Mare, che per ora resta ancora sulla carta. Una decisione assurda, secondo associazioni, municipalità e personale medico, che penalizzerebbe un quartiere dove è in aumento la recrudescenza criminale.

ASSISTENZA PER 130MILA. «Ogni anno da noi arrivano 24 casi di vittime di faide tra clan avversari – spiega Vittoriano L’Abbate, vice presidente regionale del sindacato Anestesisti – .Questo significa due casi al mese. L’ultimo, in ordine di tempo, il 15 ottobre scorso, quando l’uomo ferito è arrivato in ospedale già cadavere. Ciò che chiediamo è creare piuttosto un presidio di primo soccorso al San Gennaro per fornire una prima assistenza al paziente e poi trasferirlo negli ospedali di competenza». «Se chiuderà il pronto soccorso del San Gennaro – si domandano i portavoce del Comitato – dove andranno 130mila persone?».

I POLITICI. Al sit-in nel cortile del nosocomio hanno partecipato il consigliere regionale Angela Cortese, il consigliere provinciale Elisabetta Gambardella e i consiglieri municipali Stefano Fusco, Gennaro Acampora, Luigi Fucci, Vincenzo Rapone, Luciano Polverino, Mario Capuano, Laura Bismuti, Valeria Vespa, Salvatore Flocco.

A Napoli, ciak sui diritti umani

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Al via la quarta edizione del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, in programma a Napoli e nei comuni dell’area flegrea e vesuviana dall’8 al 19 novembre. Due settimane di proiezioni accompagnate da incontri, dibattiti, reading, mostre e performance sui diritti universali organizzate da decine di associazioni, sale cinematografiche non convenzionali, biblioteche, università e scuole pubbliche. Tra gli ospiti, testimoni di diritti negati provenienti da quattro paesi del mondo, giornalisti e sociologi. «Educare ai diritti e raccontarli attraverso il cinema – ha affermato durante la presentazione del festival Antonella Di Nocera, assessore alla Cultura di Napoli – è l’elemento principe per affrontare la crisi globale che quotidianamente stiamo vivendo. L’obiettivo della partecipazione istituzionale è dunque quello di spingere Napoli a fare proprio il bagaglio di esperienze raccontate dal Festival, soprattutto in termini di accoglienza e di sviluppo dei talenti sociali, artistici e culturali che pullulano in questa città».

ITALIA – ARGENTINA – Il Festival fa parte dello Human Rights Film Network, che unisce oltre trenta festival di Cinema e Diritti. Quest’anno ci sarà un filo diretto con l’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, dove saranno proiettati per una rassegna in tre giorni alcune pellicole di cinema documentario napoletano.

INAUGURAZIONE – Una rassegna di cinema e di riflessione sui diritti universali con due concorsi, uno dedicato ai cineasti e uno riservato alle scuole. Si inizierà martedì 8 novembre all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con un dibattito moderato da Dea Squillante, avvocato e ideatrice del “Sarno Film Festival”,  sui diritti inviolabili della persona e sulla tutela del minore nel sistema penale integrato. Al Cinema “Academy Astra” sarà presentato il libro “Le imprese recuperate. Argentina, dal crac finanziario alla socializzazione dell’economia” di Francesco Vigliarolo. La giornata si chiuderà al cinema-teatro “Pierrot” di Ponticelli con un incontro sul tema della “Memoria”, dove parteciperanno l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Antonella Di Nocera e il direttore responsabile della rivista Latinoamerica, Alessandra Riccio. Nei giorni successivi, si parlerà di dispersione scolastica  a Ponticelli, diritto di fruizione del patrimonio culturale a Pozzuoli, sovranità alimentare a Portici e libertà di informazione a San Giorgio a Cremano.

CINEMA A SCUOLA – In programma, anche un concorso di cinema,“La Scuola per l’Europa, Diritti e Cinema”, rivolto alle scuole. «Intendo fare mio lo slogan della rassegna “Un omaggio a chi lotta e chi resiste” – ha aggiunto l’assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, Anna Maria Palmieri – perché nessuno più della scuola sente viva questa lotta. I tagli dei fondi sono infatti principalmente quelli della scuola e, quando si taglia alla scuola, si taglia al futuro. Grazie dunque al Festival perché le iniziative di quest’anno esprimono un valore artistico, educativo e culturale di primaria importanza».

CHIUSURA FESTIVAL –  Le proiezioni dei film in concorso si terranno al Cinema “Academy Astra” l’11, il 14, il 16 e il 17 novembre. I due giorni di chiusura del Festival (venerdì 18 e sabato 19 novembre) saranno dedicati alla Calabria. Nella prima giornata, dal titolo “La Calabria che resiste e non tace”, l’inviato della Rai Enzo Nucci intervisterà i sacerdoti calabresi don Pino De Masi e don Giovanni Ladiana. La serata conclusiva, “Da Ellis Island a Riace, il futuro di una utopia possibile”, sarà dedicata al tema dell’immigrazione. «Non c’è bisogno, come sostengono alcuni proclami, di “tolleranza zero” – ha concluso Sergio D’angelo, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli –  ma al contrario di “camionate di tolleranza”. Abbiamo la responsabilità morale e sociale di rispondere alle esigenze delle popolazioni maggiormente in difficoltà. Proprio da Napoli si può ripartire dopo la crisi e il cinema ha molto da raccontare in merito alle questioni dell’impegno sociale».

Barriere architettoniche “schedate” in rete

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NAPOLI. La mappa dei luoghi di Napoli accessibili con la sedia a rotelle? La trovi su internet e, soprattutto, è interattiva: chiunque può contribuire a segnalare i posti della città off limits per i disabili. L’iniziativa è tutta tedesca: è stato, infatti, il consolato generale di Germania ad idearla, chiamando a collaborare anche l’ufficio politiche per le disabilità Cgil di Napoli e della Campania. Un quadratino verde indica l’accessibilità anche per i disabili di un museo o di una stazione ferroviaria, dove l’ingresso non ha un gradino più alto di sette centimetri e e tutte le località (senza eccezione) sono raggiungibili in sedia a rotelle. Quello rosso indica l’impossibilità di accesso per i disabili.

L’INTERAZIONE – Il progetto è in continuo aggiornamento e prevede la creazione di una mappa online interattiva in cui sono segnalati i luoghi accessibili o meno con la sedia a rotelle. L’iniziativa vuole aiutare non solo i turisti tedeschi ma tutte le persone con disabilità presenti sul territorio di Napoli a spostarsi senza barriere in città. «Tutti – afferma Raffaele Puzio, responsabile Dipartimento Disabilità Cgil Campania – possono contribuire diffondendo la notizia e collegandosi all’indirizzo http://wheelmap.org o visitando la pagina Facebook del Consolato www.facebook.com/ConsolatoGermaniaNapoli».

Piano Napoli: raid bus e taglia per chi denuncia

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BOSCOREALE (NAPOLI). Per fare in modo che chi ha assistito al raid parli è stata messa una taglia. Eppure il reato non è stato commesso nel far west. Siamo nel quartiere ad alta densità criminale della periferia, al confine con la città di Torre Annunziata. È il Piano Napoli, l’agglomerato di edifici dove quattro scuolabus sono stati completamente distrutti da un gruppo di vandali, quando mancavano poche ore all’alba della commemorazione dei defunti. Armati di cacciavite, martelli e coltelli, i delinquenti non hanno pensato nemmeno per un momento che avrebbero privato di un servizio essenziale proprio i bambini meno fortunati, quelli che vivono negli appartamenti fatiscenti delle palazzine rosa, al centro di numerose piazze di spaccio di droga, e raggiungono ogni giorno la scuola evitando di essere arruolati dal «sistema». Fin qui si addentravano i bus gialli comunali; più di una volta il clacson veniva pigiato dall’autista, proprio sotto la finestra del ragazzino in ritardo di turno.

L’IRRUZIONE – A ridosso del quartiere realizzato per accogliere gli sfollati del sisma del 1980 vi sono, infatti, la scuola «Monsignor Castaldi» e la «Gianni Rodari» che rappresentano i plessi maggiormente frequentati dagli scolari del Piano Napoli. È suddiviso in due grossi lotti, il Piano Napoli, quello che affaccia su via Settetermini e l’altro su via Passanti. Nei pressi di quest’ultimo si trova il deposito dove il gruppo di teppisti ha mandato in frantumi finestrini e parabrezza, fari e fanali. Hanno messo ko i mezzi scolastici forando i pneumatici e deturpando i rivestimenti dei sedili, svuotando anche le cassette del pronto soccorso.

I SOSPETTI – Il servizio di accompagnamento degli alunni è, dunque, sospeso a tempo indeterminato: toccherà ai genitori portare i propri figli a scuola, in attesa che i mezzi vengano riparati. «Per combattere l’omertà abbiamo istituito una taglia che riconosceremo a chi denuncerà gli autori» ha detto il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella. I carabinieri, intanto, non scartano l’ipotesi che a danneggiare i mezzi siano stati proprio ragazzi provenienti da quei due rioni, incuranti delle conseguenze derivanti dalla loro azione sul futuro delle nuove generazioni delle palazzine rosa, intorno alle quali i bus gialli facevano sempre un giro in più.

Le opere del Louvre al museo tattile di Ancona

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ANCONA. L’arte del Louvre senza barriere al Museo Tattile Statale Omero di Ancona. Nel polo museale dedicato ai non vedenti e attento al tema dell’accessibilità, è in programma fino al 30 aprile 2012 la mostra itinerante “Le mouvement sculpté – Il movimento scolpito”. Sperimentare l’arte con i sensi: è  questo l’obiettivo del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, impegnato nel sostegno di una cultura senza barriere e specializzato nella promozione di un approccio tattile e multisensoriale all’arte.

LA MOSTRA – Dopo aver ottenuto un grande successo in Asia, le diciotto opere del museo parigino saranno esposte ad Ancona. Sono copie al vero e rilievi in gesso e resina di celebri sculture divise in cinque categorie, che mostrano i movimenti diversi del corpo: lo sforzo, la danza, la corsa, il volo, la caduta. Un ponte ideale tra Francia e Italia. La mostra, curata da Geneviève Bresc Bautier e da Cyrille Gouyette, responsabile generale delle attività del Museo del Louvre per il pubblico diversamente abile, permette al pubblico di costruirsi dei riferimenti stilistici e di forma, attraverso il tatto.  «La scultura percepita attraverso il tatto offre delle possibilità di piacere estetico e di conoscenza diretta. I calchi in gesso o resina sono accompagnati da didascalie e pannelli in braille a caratteri ingranditi. Sarà possibile cogliere la costruzione e le linee di forza delle sculture e scoprirne i dettagli dei rilievi», spiegano i curatori della mostra.

Napolitano, eliminare piaga di abusi sui minori

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ROMA.«L’indegna piaga» dei bambini abusati «va eliminata». Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato al Forum internazionale “The world’s children and the abuse of their rigths”, promosso da Telefono azzurro, ospitato nella Sala Koch del Senato. Dal Forum nascerà la “Carta di Roma”, un documento per la tutela dei bambini, adottato a livello internazionale da governi e comunità religiose. Napolitano esprime il suo apprezzamento per «l’opera meritoria che Telefono azzurro, assieme all’indispensabile sostegno di istituzioni, governi, associazioni ed enti operanti nel settore sociale, compiono uniti a difesa dei bambini abusati». E aggiunge: «Un mondo in cui i diritti dell’infanzia sono negati è un mondo insicuro e privo di speranza per il futuro».

SUMMIT INTERNAZIONALE – Il Forum Internazionale è organizzato da Sos Il Telefono Azzurro Onlus e dall’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’americana Mayo Clinic. Nasce con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i leader mondiali della politica e della società sui temi dei diritti dell’infanzia, progettando nuove strategie d’intervento globale per contrastare gli abusi sui minori, fenomeno in continua crescita in tutto il mondo. «Oggi le sfide sono sempre più complesse – spiega Ernesto Caffo, fondatore e attuale presidente di Telefono Azzurro Onlus – è necessario trovare delle modalità nuove con sistemi di allerta più efficaci per le situazioni di scomparsa di minori, con aiuti alle famiglie a cui è stato sottratto un bambino».

ABUSI SUI MINORI – Gli ultimi dati (settembre 2011) dell’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), sono allarmanti. Secondo gli ultimi dati dell’International Centre for Missing & Exploited Children (ICMEC), ogni anno scompaiono almeno otto milioni di bambini, mentre 1,8 milioni sono vittime di sfruttamento sessuale. Almeno una ragazza su cinque e un ragazzo su dieci sono vittime di molestie sessuali prima dell’età adulta. Dal 2009, anno in cui è stato attivata la linea 19696 di Telefono Azzurro, sono state gestite dalla Onlus 570 situazioni di abuso sessuale (giunte alla linea 19696 di Telefono Azzurro e al 114 Emergenza Infanzia), ovvero, in media, 191 casi all’anno. Nello stesso periodo di riferimento, il servizio di Telefono Azzurro, che consente a chi naviga in Internet di segnalare contenuti inadeguati o potenzialmente pericolosi per bambini e adolescenti, ha accolto 5.768 segnalazioni: il 26% si riferiva a materiale pedopornografico.

SOS BIMBI SCOMPARSI – Per quanto riguarda invece il fenomeno dei minori scomparsi, Telefono Azzurro dall’attivazione, in Italia nel 2009 del Servizio 116000 (numero unico europeo per i bambini scomparsi) ad oggi, ha gestito 235 segnalazioni relative a casi di scomparsa, 153 di avvistamento e 50 di ritrovamento. Dai dati dell’Associazione emerge, inoltre, che il 52% dei bambini scomparsi è di sesso femminile, mentre il 66% ha un’età compresa tra zero e dieci anni.

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