NAPOLI. Cittadini e istituzioni in presidio permanente contro la chiusura del pronto soccorso all’ospedale San Gennaro di Napoli. È quanto hanno deciso i rappresentanti del Comitato di rinascita dell’ospedale San Gennaro, nato all’indomani della decisione del commissario regionale per la sanità di sopprimere il servizio al nosocomio. Il Comitato ha raccolto finora oltre 1.500 firme per una petizione popolare da inviare al sindaco di Napoli Luigi De Magistris e al presidente della Regione Stefano Caldoro. Aperto per un’utenza di circa 130mila abitanti, che risiedono nel solo Rione Sanità, il pronto soccorso chiuderà i battenti il prossimo 30 novembre. Il provvedimento è stato varato dal nuovo piano sanitario della Regione, che prevede l’accorpamento del San Gennaro e dell’Ascalesi al futuro ospedale del Mare, che per ora resta ancora sulla carta. Una decisione assurda, secondo associazioni, municipalità e personale medico, che penalizzerebbe un quartiere dove è in aumento la recrudescenza criminale.

ASSISTENZA PER 130MILA. «Ogni anno da noi arrivano 24 casi di vittime di faide tra clan avversari – spiega Vittoriano L’Abbate, vice presidente regionale del sindacato Anestesisti – .Questo significa due casi al mese. L’ultimo, in ordine di tempo, il 15 ottobre scorso, quando l’uomo ferito è arrivato in ospedale già cadavere. Ciò che chiediamo è creare piuttosto un presidio di primo soccorso al San Gennaro per fornire una prima assistenza al paziente e poi trasferirlo negli ospedali di competenza». «Se chiuderà il pronto soccorso del San Gennaro – si domandano i portavoce del Comitato – dove andranno 130mila persone?».

I POLITICI. Al sit-in nel cortile del nosocomio hanno partecipato il consigliere regionale Angela Cortese, il consigliere provinciale Elisabetta Gambardella e i consiglieri municipali Stefano Fusco, Gennaro Acampora, Luigi Fucci, Vincenzo Rapone, Luciano Polverino, Mario Capuano, Laura Bismuti, Valeria Vespa, Salvatore Flocco.

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