Il sostegno ai caregiver attraverso la promozione di interventi sociali, formativi e culturali è un modo importante per valorizzare il ruolo di chi si prende cura di altre persone, quasi sempre in modo molto impegnativo e, spesso, anche silenzioso. Anche la cultura può offrire strumenti, riconoscimenti e momenti di condivisione che aiutano i caregiver a sentirsi meno soli e più compresi.
Sostenere loro attraverso la cultura significa creare un ambiente che ne valorizza l’impegno, offrendo momenti di riflessione e di crescita personale, contribuendo così al loro benessere e alla qualità della cura che offrono. È un modo per riconoscere il loro valore e rafforzare il senso di comunità.
È proprio ciò che si ripromette di fare il progetto “Altri Tempi”, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD. Ente capofila è la Fondazione Eos Onlus, che si avvale di altri qualificati partner come: Comune di Napoli, Comune di Pozzuoli, Parco Archeologico Campi Flegrei, cooperativa Obiettivo Uomo, Associazione Italiana Sindrome X – Fragile – Sezione Campania Odv-Ets, Aiald – Associazione Italiana Adrenoleucodistrofia Onlus, A.N.F. – Associazione per la Neurofibromatosi-Odv, Cooperativa L’Orsa Maggiore.
Il progetto ha preso ufficialmente il via, nei giorni scorsi, con la visita al Castello di Baia, uno dei prestigiosi siti storici e culturali del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Obiettivo dell’evento, sensibilizzare sul tema del carico di cura che grava sui caregiver familiari creando un’occasione di condivisione e convivialità tra i partner del progetto e le famiglie delle associazioni coinvolte. Inoltre, l’appuntamento è servito anche a fornire aggiornamenti sugli sviluppi dello stesso progetto.
Ma cos’è, in sintesi, “Altri Tempi”? Attraverso un processo di co-progettazione tra enti pubblici e del Terzo settore l’iniziativa prevede di sviluppare un sistema integrato di servizi finalizzato a fornire sollievo ai caregiver – individuati in collaborazione con le associazioni di familiari e i servizi territoriali – e a ridurre il peso delle responsabilità di cura, offrendo supporto all’intera famiglia.
I caregiver che assistono un proprio familiare con disabilità (quasi esclusivamente donne) sono una delle colonne portanti e al tempo stesso meno visibili del nostro sistema di welfare. Il quotidiano impegno di cura, oltre a influire sulla salute fisica e psicologica dei caregiver, ne limita e compromette la possibilità di coltivare relazioni sociali e godere di tempo per sé.
Il progetto “Altri Tempi” nasce dall’incontro e dal dialogo tra alcune realtà del territorio – pubbliche e del Terzo settore – che propongono insieme soluzioni concrete e percorsi sostenibili di sollievo per il caregiver.
L’iniziativa durerà un triennio circa e sarà realizzata prevalentemente nei territori di Napoli e Pozzuoli. In queste aree, i pur numerosi servizi che si occupano di disabilità o malattie croniche (strutture sanitarie, centri ospedalieri, servizi sociali, associazionismo) non riescono a soddisfare la richiesta effettiva. Anche i dispositivi nazionali messi in campo negli ultimi anni (“Vita indipendente”, “Dopo di noi”, Piano per la Non autosufficienza) non riescono a rispondere al fabbisogno.
I caregiver sono quindi sempre più schiacciati tra carichi assistenziali esorbitanti e la frustrante consapevolezza di una limitata disponibilità di risorse. La situazione è ancora più complessa per le famiglie in cui sono presenti malattie genetiche rare: in tal caso le carenze non riguardano tanto il versante diagnostico, visti i centri di eccellenza comunque presenti, quanto gli interventi sociali di supporto alle famiglie e ai caregiver.
“Siamo molto contenti – ha dichiarato Giuseppe Cascone, direttore della Fondazione Eos Onlus – di partire con il progetto ‘Altri Tempi’ in un luogo così affascinante e ricco di storia come il Castello di Baia. Ringrazio per l’ospitalità il direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano. Sono convinto che la sinergia con i nostri partner sarà fondamentale per la riuscita del nostro progetto”.
Dello stesso avviso è il direttore Pagano. “Metteremo a disposizione i nostri spazi – ha garantito – per accompagnare i gruppi di caregiver delle associazioni che fanno parte del progetto. L’idea è di stare tutti insieme valorizzando al massimo il concetto di comunità. Non esiste cultura senza sociale. Tutto il patrimonio artistico e storico assume valore anche perché viene visto dalle persone che, a loro volta, ne ricavano benefici nell’ammirare queste bellezze. Un binomio imprescindibile che, spero, possa dare sollievo anche ai caregiver coinvolti in questo bellissimo progetto”.