NAPOLI- Una ghigliottina di legno in piazza a simboleggiare il taglio dei diritti. In scena anche un’esecuzione simbolica per sottolineare i tagli dei fondi destinati al welfare contenuti nell’ultima manovra economica del governo. Come era successo con gli ultimi governi. Non solo quello nazionale, ma anche quello regionale, in Campania, taglia le risorse al sistema di welfare locale. Scelte che creano disagio agli utenti (disabili, anziani, tossicodipendenti) e agli operatori che ora rischiano di perdere il lavoro per un piano che prevede che i servizi siano espletati dal pubblico, in un sistema che racconta tragicamente che le Asl non sono attrezzate per farlo. Il welfare non è un lusso. Questo il leitmotiv della manifestazione che si è tenuta nel pomeriggio di ieri in piazza Plebiscito a Napoli dove sono sfilate circa cento persone. Operatori sociali, persone con disabilità, anziani, familiari rappresentanti delle associazioni di categoria, cittadini. Questi i componenti della nutrita mobilitazione del terzo settore napoletano radunata per iniziativa dell’associazione Tutti a Scuola, del gruppo Gesco, di Federconsumatori Campania e Legacoopsociali Campania.
ERMINIA -A pagare il maggiore scotto di queste scelte sono disabili e anziani che usufruiscono dei servizi in campo alle realtà del terzo settore che le gestiscono per conto del pubblico. Tra queste c’è Alessandra, una ragazza di 40 anni che ha avuto una psicosi che «ha affrontato grazie agli operatori del centro L’Aquilone», racconta sua madre Erminia. «Grazie ai laboratori ai quali ha scoperto un talento per la pittura e si è sentita partecipe di qualcosa di concreto». La preoccupazione di Erminia è forte: «Se non potrà più frequentare il centro ho paura che regredisca. Ci toccherà tornare dal sud al nord per trovare qualcuno che ci dia una mano».
GLI OPERATORI – «Il nostro lavoro è messo a rischio da quest’idea di togliere l’incarico alle cooperative sociali. Da dieci, venti anni lavoriamo in questo settore con professionalità e dedizione», racconta Filomena Cerulo, un Oss (operatore socio sanitario), la quale aggiunge che «il nostro lavoro consiste nell’interfacciarci con gli utenti, aiutarli. Sono persone fragili. Non sarà facile per loro accettare di dover cambiare i riferimenti».
Tra i promotori della manifestazione Sergio D’Angelo, presidente del consorzio di Cooperative Gesco. «In nome del contenimento della spesa si stanno operando tagli sconsiderati che nel tempo si riveleranno sconvenienti anche dal punto di vista economico perché i pazienti che non riceveranno assistenza sociosanitaria nei centri si tradurranno in costosi ricoveri nelle strutture ospedaliere». Questo, aggiunge D’Angelo, «fa sì il divario tra nord e sud sia più agevolmente misurabile rispetto al sistema dei servizi sociali che attraverso il Pil».
 

di Ciro Oliviero