Sarà un vero e proprio laboratorio sociale per immagini quello che verrà fuori dalla mostra “La città di Portici: luoghi e non luoghi, alienazione e appartenenza” organizzata dal Centro di ascolto anti-usura Don Pino Puglisi in sinergia con Villa Fernandes, l’hub di sviluppo locale sostenuto da Fondazione ‘Con il Sud’ e Fondazione ‘Peppino Vismara’, nato un anno fa in un bene confiscato alla camorra. L’associazione ha chiesto ai cittadini, nella prima fase del progetto (che è ancora in corso), di inviare scatti che ritraggano angoli della cittadina del Vesuviano che è tra le più densamente popolate al mondo; non solo un esercizio di estetica fotografica, ma soprattutto un progetto dal valore sociale.

E’ dagli occhi di chi un posto lo abita, infatti, che emergono bellezze e criticità dello stesso; è attraverso lo sguardo di chi vive o lavora in una città, che si possono distinguere i luoghi dai non-luoghi. Lo spiega la referente dell’associazione nata nel 2008 e attivissima sul territorio, Daniela Corvino: «I luoghi sono quelli che narrano l’attaccamento, le radici. I non luoghi sono quelli che sentiamo distanti, quelli non accoglienti. Abbiamo voluto basare la mostra su questa contrapposizione partendo dal target offerto dal Festival dello Sviluppo Sostenibile 2020. Uno degli obiettivi è appunto il benessere ambientale nel posto in cui si vive. Quale migliore punto di vista può esserci, se non lo sguardo dei cittadini attraverso un’immagine fotografica». Decine le istantanee scattate e inviate sino ad oggi per comporre la galleria che diventerà un corposo archivio fotografico che racconti Portici non solo attraverso i suoi tesori, dalla Reggia al Granatello, ma soprattutto attraverso i suoi non luoghi, in modo da distogliere lo sguardo dalla ‘cartolina’ e focalizzarlo sulle aree più critiche: da quelle degradate a quelle abbandonate in infiniti cantieri, da quelle non valorizzate a quelle che non includono per la presenza ad esempio di barriere architettoniche.

Particolare attenzione, nella visione complessiva della mostra, avranno le aree verdi (i parchi urbani che costellano Portici e il bosco della Reggia) e l’area costiera, dolorosa ‘incompiuta’ della città che da anni assiste ai lavori per il ‘water front’ e attende la realizzazione di un porto di attracco turistico da sempre nei programmi di sviluppo delle amministrazioni che si sono succedute.

«Questo progetto – continua Daniela Corvino – vuole essere anche una motivazione per i cittadini a guardare oltre l’apparenza offerta da un panorama, per mettere in luce le problematiche della città. Contribuire alla creazione di una mentalità critica, diversa nell’approccio a ciò che ci circonda. Dare il proprio contributo al benessere ambientale che si traduca nella creazione di un luogo accogliente, accessibile, inclusivo».

Se nella prima fase sono stati coinvolti solo i cittadini (con invito esteso agli amministratori locali), grazie anche all’attività di promozione affidato alla responsabile per la comunicazione di Villa Fernandes Ileana Bonadies, nella seconda fase saranno anche le associazioni a dare il loro punto di vista fotografico segnalando, ciascuna rispetto alla propria missione, come vedono il territorio. Il risultato sarà un’opera importante di archiviazione e raccolta dei sentimenti della cittadinanza per la propria città.

di Bianca Bianco