La rivoluzione ecologica, le città verdi, i trasporti pubblici ecosostenibili. La riconversione green delle aziende. Soprattutto, il cambiamento climatico, la sfida delle prossime quattro decadi che mette dalla stessa parte istituzioni, associazioni e cittadini. Legambiente compie 40 anni. Un percorso lungo di battaglie che hanno radicalmente modificato il punto di vista dell’opinione pubblica italiana sulla natura, sull’ecosistema, sull’impatto ambientale. Mobilitazione in piazza, campagne itineranti, flash mob. Soprattutto in Campania, con un’azione incisiva contro l’abusivismo edilizio, sostenendo il ciclo virtuoso dello smaltimento rifiuti, la tutela della qualità delle acque e dell’aria. “Penso con orgoglio all’abbattimento delle villette abusive sulla Costiera Sorrentina o a Castel Volturno – spiega Maria Teresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -, così come aver contribuito a portare al 75% di raccolta differenziata una gran parte dei comuni campani, impresa che era difficile solo prendere in considerazione. E poi, lo sversamento illegale dei rifiuti, la normativa sulla depurazione, gli eco-reati. Ma sono tante le sfide che abbiamo davanti a noi e sarà importante coinvolgere le istituzioni ma anche i cittadini in un’idea di futuro sostenibile”. Ovviamente il Covid-19 con la sua furia e le conseguenze, sta incidendo parecchio sull’ambiente. “Dobbiamo evitare il contagio della raccolta differenziata – prosegue il presidente di Legambiente Campania -, partendo dal corretto smaltimento dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e guanti, per questo motivo con Federfarma abbiamo dato vita a una campagna informativa per il conferimento dei dpi. C’è in ballo l’adattamento a una nuova frontiera dell’ambientalismo, anche noi di Legambiente stiamo utilizzando canali diversi per informare e sensibilizzare, supportando la didattica a distanza, attraverso le  videoconferenze, o i laboratori video”. Ma l’emergenza sanitaria ha anche interrotto il discorso, in Italia e nel mondo. Città green, poche auto (con incentivi ai mezzi elettrici), il trasporto pubblico pulito, il potenziamento dei percorsi ciclabili. E poi, a riconversione delle aziende, sostenute dai governi, con al centro la salute dell’uomo, non solo dei profitti. “Ora è ineludibile affrontare la questione della riconversione ecologica delle imprese. Abbiamo ricevuto segnali chiari dalla Natura, non si riparte dall’industria che inquina, è una storia che non ha avuto il lieto fine”.

di Nicola Sellitti