Cinquanta luoghi in tutta la Campania di solito chiusi ma eccezionalmente visitabili per un intero weekend, quello del 26 e 27 marzo. La trentesima edizione delle giornate del Fai (Fondo ambiente italiano) di primavera, la prima a pieno regime da due anni a questa parte a causa pandemia, darà la possibilità ai visitatori di accrescere il proprio bagaglio culturale immergendosi nella storia e nella cultura che gli innumerevoli pregi artisti del nostro territorio possono offrire. Napoli, Capri, Sorrento, Nola, le province di Caserta Benevento e Avellino saranno parte integrante delle “trenta primavere’’ dopo l’esordio del 1993. In Italia saranno oltre 700 i luoghi eccezionalmente visitabili, chiusi per diverse ragioni nel corso dell’anno, in 400 città italiane grazie al contributo di volontari e 350 tra delegazioni e gruppi Fai. Per quanto attiene la Campania, la presentazione delle giornate di aperture straordinarie di sabato e domenica si è tenuta questa mattina nel Chiostro della Basilica di Santa Maria della Sanità, Rione pienamente coinvolto quest’anno dalle giornate Fai. A prendervi parte, il presidente Fai Campania Michele Pontecorvo, l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci e Susy Galeone della cooperativa La Paranza.

Gli interventi – Il presidente Fai Campania Michele Pontecorvo, conscio dell’instabilità del periodo dovuta alla guerra in Ucraina e anche degli effetti ancora presenti della pandemia, cerca di guardare avanti con ottimismo. «Portiamo avanti le nostre aperture perché attraverso la riscoperta delle bellezze del territorio italiano lanciamo anche un messaggio di pace ecumenicità e fratellanza tra i popoli». Poi Pontecorvo si concentra anche sul concetto di identità legati alla visita dei siti protagonisti della trentesima edizione delle giornate Fai. «L’identità riguarda il nostro stesso paesaggio che è un unicum visto che il genio artistico dell’uomo ha incontrato un territorio di una bellezza naturale unica, che deve essere scoperto e soprattutto vissuto. Non esiste un bene paesaggistico o culturale che si possa preservare chiudendolo. Al contrario, i siti vanno aperti per essere fruibili a tutti». Felice Casucci, assessore regionale al Turismo, parla della necessità di «riorganizzare il modo con cui la cittadinanza attiva si impegna per l’attrattività turistica. Va ripensato anche il modo con cui queste realtà dialogano con la Regione Campania. Bisogna – secondo Casucci –  riorganizzare soprattutto il meccanismo della tutela delle professioni, è questo il dato vero». A tal proposito, afferma lo stesso assessore regionale al Turismo, «domani abbiamo un tavolo con le professioni turistiche. Va dato senso al grande lavoro del volontariato e delle associazioni per preservarle rispetto alle conflittualità che non possono esistere né nel settore turistico né in quello culturale».

I siti Fai visitabili – Tante le chicche dell’edizione 2021. A Napoli spicca l’Ipogeo dei Cristallini, proprio al Rione Sanità, un pregio storico del IV Secolo a.C. di cultura ellenica che apre al pubblico addirittura per la prima volta. Aprirà al pubblico ufficialmente soltanto nel giugno del 2022 grazie a un finanziamento europeo e regionale voluto dalla famiglia Martuscelli, proprietaria dell’area sepolcrale, dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. Sempre al Rione Sanità, pienamente protagonista della trentesima edizione delle giornate del Fai, sarà possibile visitare anche la Basilica di Santa Maria, di epoca seicentesca. Nel capoluogo il 26 e il 27 marzo aprirà anche la Cappella Capece Minutolo al Duomo. A Pozzuoli potrà essere visitata la Necropoli di via Celle, nell’area dei Campi Flegrei risalente tra il I e il II Secolo a.C. Il percorso prevede anche la visita al Parco monumentale di Baia. Negli altri territori campani, sono tante le chiese, i parchi, i borghi di Benevento, di Caserta, le bellezze del Cilento protagoniste del prossimo weekend. È possibile consultare tutti i posti visitabili sul sito www.giornate fai.it e a ogni partecipante verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro. Chi lo vorrà, potrà diventare sostenitore del Fondo ambiente italiano.

di Antonio Sabbatino

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