PARMA.  Non è bastato migliorare di oltre un secondo e mezzo il suo record italiano sui 200 metri (31”21) – valevole anche come minimo B – e il 15”50 sui 100 metri (minimo A) per entrare nella squadra paralimpica di atletica leggera, varata a Spilimbergo (Pn) dal Consiglio Federale della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) che prenderà parte ai Giochi di Londra dal 29 agosto al 9 settembre.
NONOSTANTE  I TEMPI. Grande è la delusione per l’atleta calabrese che in questa stagione ha dimostrato di aver compiuto un grande salto di qualità, migliorandosi di ben 69 centesimi sui 100 metri e a stabilire sui i 200 (specialità in cui era all’esordio) il nuovo primato europeo, poi battuto dalla formidabile olandese Van Rijn. Questi tempi, tra l’altro, sono stati ottenuti nonostante i due stop subiti per la rottura del braccio sinistro a metà febbraio e soprattutto per l’asportazione della tiroide ai primi di giugno. Giusy Versace era in continua e costante crescita fisica, come ha dimostrato negli allenamenti e nei test eseguiti proprio a Spilinbergo in questi giorni sotto lo sguardo dei tecnici federali, ma ciò non è bastato alla Federazione, in dubbio fino all’ultimo tra lei e la velocista ipovedente Elisabetta Stefanini, per inserirla nella squadra azzurra. «Sono molto dispiaciuta- commenta a caldo la Versace – perché ci ho creduto fino all’ultimo, visto che avevo ottenuto i minimi richiesti dalla Federazione e dimostrato di essere ancora in crescita e pronta per essere competitiva a Londra. Mi resta quindi un pò di amaro in bocca, ciò non toglie che sono contenta per Elisabetta, lei è un’amica e se lo merita, ed io non posso rimproverarmi di nulla perché ho fatto tutto quello che dovevo fare e che mi è stato richiesto. Adesso andrò qualche giorno in vacanza- prosegue la Versace- anche se mi hanno chiesto di essere la riserva della squadra fino al 24 agosto, giorno della partenza. Lascerò per un pò nell’armadio le protesi da corsa e mi prendo un pò di pausa dalla pista e dagli allenamenti e poi con calma deciderò cosa fare in futuro».

di Davide Domella

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