Ancora troppe le ombre sulla brutta vicenda che ha coinvolto lo scorso 21 settembre Gaetano Ferraiuolo Barbuto, il ventunenne di Sant’Antimo gambizzato, pare, in seguito ad una lite sorta per il mancato rispetto di una precedenza. Gaetano è ancora ricoverato all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli, ha subito l’amputazione delle gambe e da appena tre giorni ha iniziato il lento percorso di risveglio dal coma farmacologico.

Una vicenda dai contorni oscuri sui quali, forse, solo Gaetano, una volta sveglio potrà aiutare a far luce. Intano si moltiplicano gli appelli della famiglia. “Chi sa e non parla è complice” ha detto Franco Maiello, uno degli zii di Gaetano, rivolgendosi, forse, anche all’amico presente al momento dell’aggressione che, secondo i familiari di Gaetano, non sarebbe andato in ospedale a trovare l’amico nè avrebbe chiamato la famiglia. Ma è anche alle più alte cariche dello stato che la famiglia di Gaetano ha voluto rivolgere un appello per chiedere che si faccia luce nel più breve tempo possibile su questa spaventosa vicenda: “Abbiamo fatto un appello al Presidente della Repubblica, al Premier e al ministro Lamorgese ma per ora nessuno ci ha ascoltato” ha racconta lo zio. “Gaetano è un bravo ragazzo – ha poi aggiunto – un lavoratore, e non riusciamo a spiegarci tutto quello che è successo. Non sappiamo come prenderà l’amputazione delle gambe una volta sveglio, la riabilitazione sarà una tragedia nella tragedia”

E forse è proprio per rompere il solito muro di omertà, che l’assuefazione alla violenza di chi abita questa terra contribuisce ogni giorno a rinsaldare, che la famiglia di Gaetano ha promosso una manifestazione pubblica per chiedere verità e giustizia.

“Dove la giustizia è credibile anche la famosa omertà mafiosa scompare” si legge sul volantino fatto circolare in rete per promuovere la manifestazione che si terrà proprio a Sant’Antimo, il prossimo 7 ottobre, con un corteo che partirà dalla villa Del Rio, attraversando il corso principale, per arrivare Piazza della Repubblica.

di Luca Leva