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IL CANDIDATO -Andrea Olivero, 42 anni, è laureato in lettere classiche. È stato capo-scout e fondatore della comunità Emmaus di Cuneo. Nel 2004 diviene vicepresidente nazionale delle Acli, di cui diventa presidente nel 2006. Dal 2008 è portavoce del Forum del Terzo settore. È capolista al Senato in Piemonte per “Scelta civica con Monti per l’Italia”.
Politiche sociali in Italia per lei vuol dire?
Sono l’essenza vera della politica e della cittadinanza. Ho dedicato gran parte della mia attività associativa per trovare soluzioni a esigenze della comunità e renderle attuabili: ora ho deciso di salire in politica per lavorare al medesimo progetto da un altro punto di vista.
Quante volte ricorre la parola sociale nel programma del suo partito?
Non ho contato quante occorrenze ha la parola “sociale” ma l’Agenda Monti e il programma che ne è derivato ha una grande attenzione al sociale. Io stesso ho collaborato a scrivere alcune proposte sociali destinate alla famiglia, al Terzo settore, a welfare, alla sanità e a misure contro la povertà.
Ha mai militato in un’organizzazione di Terzo Settore?
Ho dedicato gran parte della mia attività e della mia energia al Terzo settore e alle esigenze che esprime e interpreta. Dapprima nell’Agesci, poi nel volontariato Emmaus, infine nelle Acli, prima a livello provinciale di Cuneo, poi come vicepresidente nazionale e come  presidente dal 2006 fino al dicembre 2012. Dal 2008 sono stato portavoce unico del Forum del Terzo settore.
Infrastrutturazione sociale tra pubblico e privato, oppure socio-assistenzialismo statale?
Ovviamente la prima delle due. Dobbiamo superare l’assistenzialismo per riformare il nostro Paese, cercando vie nuove. Una di queste è indicata dal principio di sussidiarietà che non significa un restringimento della responsabilità collettiva ma un allargamento: privato specie sociale e pubblico portano avanti nuove responsabilità.
Fondazioni bancarie, risorsa del Paese o centri di potere economico?
Chi pensa alle fondazioni solo come centri di potere non ha colto la grande novità che queste realtà hanno prodotto negli ultimi anni. Le fondazioni, esattamente come il volontariato e l’economia sociale, sono dei partner fondamentali per lo sviluppo del Paese. Dovremo rendere sistematici il confronto e la collaborazione tra questi attori sociali.
Oltre il suo partito quale crede sia un’altra forza politica capace di interpretare le esigenze del Terzo Settore?
In ogni formazione politica, io credo, possono esserci persone sensibili e informate sul contributo della società organizzata. Per questo vorrei costituire un Intergruppo del terzo settore, che riunisca onorevoli e senatori e che li faccia lavorare insieme, al di là dei partiti, su questioni che riguardano il Terzo settore e dunque la società intera.
Riforme, crede che vadano aggiornate le leggi che regolano lo storico apparato del welfare italiano?
Credo che il welfare debba essere riformato dal profondo. Le parole d’ordine del nuovo welfare dovrebbero essere: pianificazione strategica, coinvolgimento del pubblico e del privato specialmente sociale, integrazione socio-sanitaria, territorialità, nuovo mutualismo.
 Come si pone rispetto ai tagli operati al Welfare durante il mandato del Governo Monti?
Il governo Monti si è trovato a garantire la tenuta dello Stato, mentre il Paese stava sull’orlo di un precipizio. I tagli al sociale sono stati operati nei tre anni precedenti. Quello che è certo è che ora la priorità è combattere lo spread sociale con la medesima forza con cui si è affrontato quello economico.
Cittadinanza attiva, con “Scelta civica con Monti per l’Italia” vorrà dire?
Partecipazione e costruzione condivisa delle riforme. È necessario che la società civile, organizzata e non, dia il suo insostituibile contributo. In questo modo riusciremo a fare in modo che l’Italia divenga un paese moderno e solidale.
Il ruolo del volontariato e del terzo settore nel nuovo Governo, quali saranno gli spazi e le opportunità per questi due mondi?
Da quel che ho appena detto, sono certo che il prossimo governo dovrà puntare sulla valorizzazione del volontariato e del terzo settore. Non solo per la coesione sociale, ma per il lavoro,  per l’inclusione e per la riforma del welfare. In forme davvero sussidiarie, non con scaricabarile.
 Ambiente, cooperazione internazionale, diversamente abili, legalità, migranti, minori a rischio, protezione civile, violenza sulle donne. L’elenco è in ordine alfabetico, le chiediamo di riposizionarli secondo le priorità che ritiene opportune.
Sono tutti ambiti essenziali e strategicamente importanti. Più che metterli in fila, secondo me dovremmo cercare di metterli in relazione. Le politiche pubbliche non possono trascurarne nessuno e neppure affrontarli sono in emergenza. Il Terzo Settore è un potente strumento di prevenzione ed educazione da sostenere in tutti questi settori.
di Luca Mattiucci

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