Sono più di seimila le persone accolte, fino a questo momento, nella nostra regione. Numeri che sono destinati a crescere nel corso delle ore con arrivi non programmati. Per ora la rete di solidarietà sta tenendo,  con associazioni ed enti nel non profit in prima linea per l’accoglienza di chi fugge dalla guerra. Sono soprattutto donne e bambini quelli che vengono ospitati in strutture gestite dal Terzo Settore e dalle Caritas diocesane. « Vogliamo stipulare – ha dichiarato in un intervista rilasciata al quotidiano L’Avvenire il capo dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio –  accordi nazionali diretti con le cosiddette ‘associazioni di secondo livello’, che hanno una presenza capillare sul territorio e che coinvolgono in modo efficace le famiglie. Questa è una sfida umanitaria che per numeri e complessità vinceremo se tutto il Paese si sentirà coinvolto e camminerà unito. Unità tra le istituzioni, provando a superare la frammentarietà delle competenze. Unità arrivando al cuore vivo dell’accoglienza, ovvero mettendo a sistema l’enorme generosità delle famiglie italiane. I motivi – ha proseguito Curcio- sono diversi, certamente legati all’esperienza di queste realtà nell’accoglienza. Ma c’è anche una grande questione di sicurezza: noi dobbiamo sapere in quali comunità e in quale case andranno le persone che passano i nostri confini. In massima parte sono donne e bambini: le associazioni e le realtà del Terzo settore assicurano qualità e sicurezza delle relazioni. Non possiamo permettere che dinamiche di sfruttamento sporchino l’immagine del nostro Paese».

La rete della solidarietà non si ferma e sono sempre di più le azioni di organizzazioni ed enti per sostenere e supportare la popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina. In allerta anche i CSV di tutta Italia, che dovrebbero prendere parte localmente ai tavoli di gestione dell’accoglienza diffusa.

Il viaggio– Oggi  la carovana “Safe Passage in Ukraina” di Mediterranea Saving Humans, partireà con tre autobus e sei van che porteranno aiuti umanitari a Medyka, al confine polacco – ucraino e nella città di Leopoli in zona di guerra. I bus ritorneranno in Italia sabato 18 marzo con circa 130 persone a bordo che scappano dalla guerra e cercano rifugio in Italia. La partenza del convoglio è fissata da Napoli e Bologna, con due appuntamenti per la stampa. La carovana si riunirà in serata a Bologna per partire alla volta del confine polacco – ucraino nella località di Medyka, dove da giorni decine di migliaia di profughi attendono un passaggio sicuro per fuggire dai bombardamenti.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui