ROMA. In occasione del Consiglio Europeo di oggi, il Forum Nazionale dei Giovani e il Forum Europeo della Gioventù hanno scritto ed inviato una lettera al Premier Mario Monti e a tutti i Capi di Stato dell’Unione europea, per chiedere a gran voce, a nome dei 96 milioni di giovani che vivono nell’Unione, scelte coraggiose ed investimenti per il futuro delle nuove generazioni. «Ci appelliamo a Voi – si legge nella lettera – per un visibile, forte e comprensivo investimento nei giovani in quanto priorità fondamentale per la crescita, la stabilità, e il benessere della società nel suo insieme: un nuovo coraggioso patto per i Giovani. Il livello vertiginoso di crescita della disoccupazione giovanile e i connessi crescenti livelli di povertà ed esclusione sociale sono i risultati non solo della crisi economica, ma anche della mancanza di un reale investimento finanziario nei giovani e nelle strutture a loro supporto».
LA DISOCCUPAZIONE La lettera, firmata dal Presidente Forum Europeo della Gioventù Peter Matjašič e del Portavoce del Forum Nazionale dei Giovani Giuseppe Failla, continua mettendo in evidenza i limiti delle politiche finora attuate dall’Ue in favore dei giovani e la necessità di un radicale cambio di rotta: «Non investire nei giovani ha un costo. La disoccupazione giovanile costa ai contribuenti approssimatamene 100 miliardi di euro all’anno in 21 Stati Membri. Queste cifre rappresentano solo alcuni dei molteplici costi che l’Unione e gli Stati Membri sostengono per non investire adeguatamente nei giovani. Investire nei giovani è redditizio. In tempi di crisi, è indispensabile assicurare la produttività.
POCHI FONDI Nell’attuale budget dell’Unione, i Giovani non sono sicuramente una priorità. Attualmente, solo lo 0,1% del budget Ue è utilizzato per fornire fondi per i programmi giovanili. Ciò è ancora più evidente quando si compara l’attuale programma Lifelong Learning, che ha un budget di solo 7 miliardi di euro per un periodo di 7 anni, con altri programmi europei. L’ammontare dedicato al programma Gioventù in Azione per l’intero ciclo settennale è minore dell’ammontare speso dall’Ue per sovvenzionare il settore viticolo nel solo anno 2011. Bisogna cambiare».

di Rebecca Montini

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