ROMA. «Possiamo dirci orgogliosi del nostro lavoro quotidiano nell’aiutare i bambini a vivere e a crescere; nel supportare le ragazze a sviluppare le loro potenzialità; nella protezione dei bambini dalla violenza e dallo sfruttamento ; nel vaccinare ogni bambino e nella lotta alla poliomelite; nell’assicurare i mezzi per la salvaguardia delle vite; nella creazione di una molteplicità di partnership per sollecitare i risultati. E altro ancora, molto altro ancora». Con queste parole Anthony Lake, il direttore esecutivo dell’Unicef, ha presentato il rapporto annuale sul lavoro svolto dall’organizzazione umanitaria da lui presenziata, volgendo lo sguardo all’anno appena trascorso, ma anche all’ultimo ventennio di lavoro e sforzo profuso nell’osservazione e attuazione dei diritti dei bambini.
UN IMPEGNO DIFFICILE, MA CORALE. Il 2012 ha rappresentato un anno di sfida per l’organizzazione e per i suoi partners: impiegati su più fronti, visto il range molto ampio di bisogni umanitari, la sfida è stata resa più ardua a causa di un piano economico non sempre florido con cui affrontare le emergenze. Non per questo ci sono stati cenni di cedimento: il progetto Promise Renewed, volto a evitare la mortalità infantile, ha visto rinsaldare l’impegno delle coalizioni internazionali con l’adesione di più della metà dei Paesi membri.
GLI OBIETTIVI. Confortanti i dati sulla lotta alle malattie e alla mortalità infantili: ancora una volta una nota positiva viene registrata nella lotta contro la mortalità dei bambini, il contagio di HIV e poliomelite, segnando il raggiungimento dei traguardi prefissati. Ancora, l’organizzazione ha sostenuto i bambini che nel Sahel (la fascia centrale africana) sono in pericolo di vita per mancanza di cibo, spesso resa ancora più critica per i conflitti tra i Paesi.
Fonte foto: pagina facebook dell’Unicef

di Claudia Di Perna

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