ROMA. «Grave assenza all’incontro di ieri tra Greenpeace – arrivata insieme a una rappresentanza siciliana di amministratori e politici, pescatori e comitati locali – e il ministro Corrado Clini». E’ il j’accuse del movimento ambientalista nei confronti del ministro dell’Ambiente, del Territorio e del Mare, “reo” di non aver partecipato al tavolo di confronto sulle trivellazioni nel canale di Sicilia. Al suo posto hanno partecipato i Direttori generali responsabili della Valutazione di Impatto Ambientale e della Protezione della Natura e del Mare. «Siamo dispiaciuti che il ministro dell’Ambiente non si sia presentato all’incontro, è un segnale di scarsa attenzione nei confronti degli amministratori venuti dalla Sicilia e degli oltre 57mila cittadini che hanno firmato la petizione per dire No alle Trivelle nel Canale- commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia -. Parlare con le direzioni generali del Ministero non è l’interlocuzione che cercavamo. Il problema delle trivellazioni è politico. Vogliamo capire da che parte sta il ministro Clini di fronte all’articolo 35 del Decreto ‘Cresci Italia’ che apre la corsa all’oro nero- conclude Giannì». Di fronte al Ministero, gli attivisti di Greenpeace hanno montato una trivella di quattro metri a simboleggiare il rischio di un disastro petrolifero nel Canale di Sicilia e hanno aperto uno striscione con un appello rivolto al ministro Clini “La Sicilia a Clini: salva il mare dalle trivelle”.

di Davide Domella

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