di Mirella D’Ambrosio
[monoslideshow id=92 w=450 h=350 present=’sparkles’]
PISA. Sono arrivati in Italia per trascorrere il Natale in compagnia di chi potrà sommergerli di cure e affetto. Bruno e Chiara, che hanno il pelo folto e gli occhi vispi tipici dei pastori del Caucaso, sono adottati dai militari italiani della base di Bala Murghab, in Afghanistan. Quando sono atterrati all’aeroporto di Pisa presso la 46ma brigata aerea insieme al loro angelo custode Louise Hastie, responsabile di Nowzad, associazione anglo-americana di protezione degli animali che opera a Kabul, ad attenderli c’erano la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, il direttore scientifico della Protezione Animali, Ilaria Ferri, e il tenente Missi che contattò l’Enpa per salvare i due “cani soldato” e garantire loro una serena vita Italia.
A PERUGIA. La prima tappa di Bruno e Chiara è stata quindi la struttura della Sezione Enpa di Perugia dove perfezioneranno la fase di quarantena. I due cani sono stati presi in carico da due squadre del Servizio Guardie Zoofile Enpa, coordinate dal responsabile nazionale, Marco Bravi, che ha commentato: «Dopo quella del Kosovo, un’altra missione di respiro internazionale dall’alto valore simbolico. Il trasferimento di Bruno e Chiara rappresenta, infatti, un atto di riconoscenza per l’affetto incondizionato e la collaborazione che hanno saputo fornire ai militari italiani impegnati in quei difficilissimi scenari». Il legame tra i cuccioli e militari dura ormai da quattro anni, diventando le mascotte della base militare e il loro affetto è stato davvero prezioso per superare i momenti difficili. Tuttavia, con il rientro del contingente italiano c’era il rischio che gli animali rimanessero senza casa, con grave pericolo per la loro incolumità. Così lo scorso agosto il tenente Missi ha contattato l’Ente Nazionale Protezione Animali chiedendo un intervento per assicurare un futuro sereno ai suoi amici pelosi. «Ho immediatamente raccolto la richiesta di aiuto inviatami dal tenente – racconta la presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi – e mi sono attivata subito per garantire a Bruno e Chiara una sistemazione nel nostro Paese. Alla fine, grazie alla disponibilità e alla sensibilità mostrata dal generale Pasquale Preziosa, capo di gabinetto del Ministero della Difesa, siamo riusciti a trovare la quadratura del cerchio. Ringrazio di cuore di tutte le persone e le istituzioni che hanno reso possibile questo importante risultato». Ma la notizia più bella è che i due pastori del Caucaso hanno già una famiglia: appena avranno completato la quarantena presso la Sezione Enpa di Perugia, potranno iniziare la loro nuova vita.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui