PADOVA.  C’e’ la crisi, anche i frati sono costretti a licenziare. Lo riferisce il Mattino di Padova che riporta la vicenda del villaggio Sant’Antonio di Noventa Padovana, che accoglie disabili e giovani con gravi problemi familiari. Il quotidiano spiega che tredici dipendenti della struttura dal 31 dicembre prossimo verranno lasciati a casa. È anche esclusa l’ipotesi della cassa integrazione. Il direttore della struttura, frate Giancarlo Capitanio, che secondo il Mattino non vuole rilasciare dichiarazioni, “ma lo scorso 9 novembre ha scritto e firmato una lettera che e’ stata recapitata a sindacati, alla Provincia e alla Direzione territoriale del lavoro”.
ESUBERI. Secondo il giornale queste sarebbero le parole del religioso, che definisce la riduzione di personale inevitabile: “Dobbiamo licenziare tredici dipendenti, strutturalmente in esubero rispetto alle attuali esigenze produttive ed organizzative”. Nella sua nota inoltrata il responsabile del villaggio Sant’Antonio, che in organico ha 70 persone, ha anche illustrato i motivi di questa dolorosa scelta: “Le perdite d’esercizio maturate nell’ultimo quinquennio ammontano a un milione e 552 mila euro e i crediti residui verso i clienti ed in particolare verso l’amministrazione pubblica, si assesta sul milione e 300mila euro, con evidenti e conseguenti gravi ripercussioni”. Tra i motivi degli imminenti licenziamenti, frate Capitanio evidenzia anche altre responsabilita’ e non risparmia una frecciata all’azienda Ulss 16 di Padova: “La parziale modifica del sistema di accoglienza presso le strutture diurne e residenziali del territorio ha comportato una rilevante ridefinizione dell’offerta dei servizi per i soggetti con disabilita’ perche’ gli utenti delle strutture residenziali dall’1 gennaio 2013 non frequenteranno piu’ i centri diurni”. Da quanto si apprende l’esiguo o il mancato inserimento di “utenti” da parte degli enti pubblici, comporta un’eccedenza di organico.

di f.g.

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