Annalisa Ambrosia giovane artista emergente, studentessa napoletana all’Accademia di Belle Arti, ha preso parte recentemente alla prima Biennale Internazionale di Scultura a Lauro, presso la storica location di Palazzo Pignatelli, al Museo Umberto Nobile. Il palazzo di epoca rinascimentale presenta pitture di decorazioni a grottesche sulle pareti interne e un giardino esterno visibile dalla sala espositiva, è un luogo davvero suggestivo ricco di storia e di arte che fa da sfondo alla mostra.

La mostra è stata inaugurata il 10 dicembre, è stata aperta al pubblico fino al 19 dicembre 2022. Il pubblico è accorso numeroso tanta l’affluenza e l’interesse. Anche l’ospite d’onore dell’evento, lo stilista Gianni Molaro, ha apprezzato la scultura dell’artista. Alla Biennale sono stati consegnati vari premi tra cui la Menzione Speciale come artista più originale ottenuta dall’artista Ambrosia.

Per questa occasione Ambrosia ha progettato e realizzato la scultura da esporre per la Biennale, alta un metro circa ed eseguita con una tecnica particolare appositamente per il materiale scelto, ovvero il plexiglass, un materiale plastico di difficile lavorazione specialmente se il soggetto è un corpo maschile con addominali e parti anatomiche particolarmente definite. Annalisa Ambrosia è una dei rari artisti ad utilizzare tale materiale per la realizzazione delle sue sculture, forse l’unica. Ha iniziato con la pittura e adesso da circa un anno l’artista Ambrosia si dedica alla pratica scultorea, attualmente studia all’Accademia di Belle Arti a Napoli. Ricerca e studio sono focalizzati sul corpo maschile nella ripresa del bello assoluto, dei canoni, dell’arte classica, dei concetti di forza e pose plastiche. Il corpo – nei lavori dell’artista – segue il modello estetico che diviene contemporaneo nell’eccessiva muscolatura, e in questo caso nelle opere della serie In-Corporeo si va oltre il corpo, il titolo racchiude un doppio significato che è pertinente all’opera scultorea stessa. Si considera il significato stesso della parola “incorporeo” immateriale, evanescente; e, allo stesso tempo “in corporeo”, ovvero dentro il corpo. Da questo binomio la scelta del materiale trasparente che ci conduce alla vera essenza del corpo.

Come afferma l’artista: “Il mio studio sul corpo mi ha portato alla sua sperimentazione, come cambia forma e consistenza attraverso la materia. Le trasparenze rivelano ciò che non si vede, l’essenza stessa della forma, l’essenza stessa di quel corpo. Un corpo che si percepisce e che allo stesso tempo manifesta la sua evanescenza a completamento di sé stesso. La fisicità è paragonata all‘incorporeità scandita da questa potente muscolatura in forte tensione, e che invade lo spazio invisibile, una contrapposizione. In-corporeo o In corpore. Dunque, il corpo può raccontare qualsiasi cosa”.

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