MILANO – «La sperimentazione sarà assolutamente inutile». Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, attacca nuovamente il governo a pochi giorni dalla prevista partenza dello studio sul protocollo consegnato dallo stesso Vannoni il 1° agosto. «Per arrivare a curare su più vasta scala le persone con il metodo Stamina, accanto alle fasi uno e due, che attesteranno i livelli di efficacia di questa metodologia su una patologia in particolare, è prevista anche una fase tre, quella clinica, che però non è previsto che lo Stato finanzi – ha detto Vannoni, ospite di Radio Radicale -. Un membro della Commissione (il Comitato scientifico istituito dal ministro della Salute, ndr) ci ha detto che dovremo trovare una casa farmaceutica che paghi la fase tre e che una volta terminata potrò vendere la terapia. Io non ho intenzione di farlo quindi è una sperimentazione che arriverà alla fase due e morirà lì. Lo Stato si poteva risparmiare tranquillamente i tre milioni di euro stanziati».
PROTOCOLLO – Vannoni ha aggiunto di aver consegnato all’Istituto Superiore di Sanità un «protocollo semplificato rispetto a quello utilizzato abitualmente perché ci hanno chiesto una standardizzazione che rendesse la metodica utilizzabile da tutti». Il protocollo, ha spiegato, «è secretato perché di proprietà di Stamina, anche se non è coperto da brevetto. Non lo vendiamo, lo utilizziamo in una struttura ospedaliera pubblica, ma siamo noi a decidere se renderlo pubblico o meno. Abbiamo fatto la scelta di secretarlo anche per evitare un mercato parallelo di questa metodica fuori dall’Italia. I pazienti in attesa ricevono proposte da parte di società che lavorano all’estero che richiedono il pagamento di 30-40mila euro a iniezione». Al contrario, «il costo delle cure con Stamina per il Servizio Sanitario Nazionale è di qualche centinaio di euro a paziente – continua il presidente di Stamina -. I soldi per la produzione delle cellule li ho messi io, ce li abbiamo messi noi, con l’aiuto della società farmaceutica Medestea. Lo Stato paga il carotaggio osseo e l’iniezione spinale, che giustamente viene fatta in una sala operatoria che viene occupata per circa 15 minuti. Non accettiamo soldi dai pazienti e dai loro familiari, riceviamo donazioni dalla popolazione, non cifre spropositate». Secondo i calcoli fatti dal professor Michele De Luca in un articolo pubblicato sul Sole 24 ore, se i trattamenti previsti fossero 25mila (pari alle richieste in atto), i costi ammonterebbero a quattro miliardi di euro.
ALL’ESTERO – Vannoni ricorda poi che agli Spedali Civili di Brescia c’è una lunga lista d’attesa e che è in aumento il fenomeno dei “viaggi della speranza” all’estero, «soprattutto in Libano e Israele, ma anche in Austria». «Riceviamo centinaia di richieste, in aumento negli ultimi tempi, di genitori con figli malati che ci chiedono di farli accedere al nostro protocollo Stamina agli Spedali Civili. Io consiglio di aspettare, ma molti si rivolgono all’estero arrivando a spendere anche 30-40mila euro per un’iniezione». A Brescia sono 130 le persone in attesa della prima infusione, mentre sono 40 i pazienti in cura, tutti, assicura Vannoni, «con ottimi risultati». «Ci sono società in Israele che poi operano in Svizzera – spiega il presidente di Stamina – e propongono terapie con cellule del sangue midollare al costo di 30mila euro a iniezione. E il paziente per un ciclo completo può arrivare a superare i 100mila euro. Un altro Paese dove sono nate all’improvviso società di questo tipo è l’Austria. Sempre più italiani, attratti dal sogno di una cura con le cellule staminali, scelgono di espatriare per affidarsi a improbabili cliniche, con il risultato che spendono decine di migliaia di euro per prodotti non controllati, insicuri, inutili se non dannosi per la salute».
«FARE CHIAREZZA» – A questo punto chiede di fare chiarezza Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. «Vannoni ha sostenuto che il metodo sperimentato non è lo stesso utilizzato agli Spedali Civili di Brescia e che non si arriverà mai alla fase 3. A cosa serve allora tutto questo? Cosa si sperimenterà? Cos’è questo metodo semplificato? Vannoni sostiene che non c’è brevetto, smentendosi rispetto alle precedenti dichiarazioni in cui affermava che la metodica era scritta nel brevetto. Non sarebbe il caso di smetterla di giocare con la salute delle persone e con la sofferenza delle loro famiglie? Chiediamo dei chiarimenti al ministro della Salute su quanto detto dal presidente di Stamina Foundation» conclude Gallo.

Redazione Salute Online Corriere.it

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