La stretta di mano di Michele, l’anziano che incontro quasi ogni mattina e che passa gran parte del suo tempo a godersi il sole di Napoli. Il sorriso del piccolo Gianluca, impegnato nel campo estivo e troppo concentrato sui giochi da fare per sentire il caldo asfissiante. Ma anche gli occhi di Emanuela, ragazza con disabilità che vive la città con le difficoltà di chi non può avere tutta la libertà che vorrebbe e meriterebbe. L’estate napoletana, ricca di appuntamenti, di cultura, spettacoli ed eventi importanti, non sarebbe completa se non contemplasse anche loro, i cittadini che affrontano la quotidianità e vivono questi mesi nella maniera più normale possibile, come è giusto e corretto che sia. Chi fa l’amministratore comunale deve tenere conto proprio (se non soprattutto) di queste realtà, senza dimenticare mai le fasce deboli, le persone più bisognose di cure ed attenzioni.

A Napoli lo stiamo facendo, provando ad erogare servizi nella città piena di turisti, ricordando sempre che la dignità della persona va rispettata anche dando aiuti concreti. Penso, innanzitutto, ai servizi di educativa territoriale per i minori. Si tratta di una risorsa territoriale che nasce per rispondere alle esigenze di ragazze e di ragazzi che necessitano di un forte sostegno educativo ed è caratterizzato da una pluralità di interventi che prevedono lo svolgimento di funzioni quali l’ascolto, il sostegno alla crescita, l’accompagnamento, l’orientamento. In questo modo offriamo possibilità di aggregazione finalizzata alla prevenzione primaria e secondaria di situazioni di disagio, attraverso proposte di socializzazione tra minori e di identificazione con figure adulte significative.

Ecco, dunque, che il servizio educativo territoriale ha una valenza socio-psico-pedagogica molto forte, in quanto affronta con un approccio relazionale i problemi del minore, coinvolgendo tutti gli individui per lui significativi, sia che si tratti di coetanei o di adulti, basandosi sull’assunto che il minore, la famiglia e l’ambiente esterno, costituiscano dei sistemi relazionali che si definiscono e interagiscono vicendevolmente tramite lo strumento della comunicazione. Per queste ragioni il servizio può connotarsi come strumento di prevenzione, di recupero oppure di sostegno. Sono tanti i laboratori orientati in tal senso e dureranno tutta l’estate, nella consapevolezza che è necessario offrire un ventaglio di opportunità alle nuove generazioni. Inoltre, a Napoli nel periodo estivo si offrono una serie di opportunità socio-educative, residenziali e per il tempo libero, destinate a ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 16 anni con la realizzazione di 11 soggiorni estivi con gruppi di 50 ragazzi che svolgono attività sportive/marine, laboratoriali e gioco-sport in una settimana di vita collettiva anche presso il centro polifunzionale san Francesco d’Assisi.

Tutto questo non sarebbe possibile senza un dialogo proficuo e corretto con il mondo del volontariato. Un dialogo che è destinato ad aumentare in quantità e qualità, per portare avanti quel processo di cambiamento positivo che tutti dobbiamo contribuire ad attuare, ognuno per la propria parte. Del resto, le organizzazioni di volontariato oggi più che mai giocano un ruolo di primo piano in diversi ambiti della vita civile del nostro Paese: sociale, culturale, ambientale, educativo, sanitario, civico. Proprio per questo motivo, c’è bisogno di ragionare sulla reimpostazione e ridefinizione dei rapporti fra il volontariato e le istituzioni pubbliche, a partire da quelle locali. 

Da tempo, al Comune di Napoli, sappiamo bene che i volontari non devono essere chiamati solo in caso di necessità, ignorando il loro valore nel definire le politiche territoriali di inclusione e sviluppo. Dobbiamo invece proseguire sulla strada del confronto, della collaborazione, della coprogettazione e coprogrammazione per dare sempre più risposte immediate ai nuovi bisogni. Abbiamo bisogno di essere sempre più presenti sui territori, fare in modo che non si accentuino le diseguaglianze e le discriminazioni, ridurre il divario nei sistemi educativi. Per fare questo c’è bisogno di nuove idee e nuove collaborazioni. Con il volontariato, per le comunità.

di Luca Trapanese – assessore alle politiche sociali Comune di Napoli  

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