BELLUNO – La Casa circondariale di Belluno ha la sua rivista. Si chiama “Sconfinamenti” ed è nata grazie a un progetto dell’associazione Jabar, che da due anni e mezzo tiene un corso di informatica in carcere, e al finanziamento del Csv di Belluno, che garantirà la pubblicazione di tre numeri da qui alla fine dell’anno. Il primo è uscito a dicembre come supplemento della ben più nota “Ristretti orizzonti”, rivista del carcere Due Palazzi di Padova.
All’interno è possibile leggere la presentazione del progetto Sconfinamenti da parte della presidente Elisa Corrà, la descrizione degli ambienti e dei servizi del carcere di Belluno, il racconto di vita e una poesia di Amarildo, albanese arrivato in Italia su una nave negli anni Novanta, la descrizione del progetto “Young2younger” con cui l’associazione partner Belluno-Donna sta portando un percorso di consapevolezza contro la violenza tra i giovani studenti, una riflessione sulla funzione rieducativa del carcere di Luca e Giuliano, un’altra sulla reiterazione del reato di Gianpaolo. Infine un flusso di coscienza in “5 righe”, due poesie e una striscia di vignette. L’impaginazione grafica è di Nicola De Bon, la direzione è di Ornella Favero. Altra associazione partner è “Blhyster”.
L’associazione Jabar è nata a maggio del 2014 per perseguire e tutelare i diritti delle persone socialmente svantaggiate. Da luglio di quell’anno opera all’interno della Casa circondariale di Baldenich, dove entra ogni sabato pomeriggio per tenere ai detenuti aderenti un corso di informatica strutturato su vari livelli di apprendimento. Proprio in seno al corso è nata la volontà di esprimersi e far sentire la propria voce anche all’esterno delle mura carcerarie.
Per chiederne una copia scrivere a: associazione.jabar@gmail.com

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