MILANO. Si sono ribellate all’uomo, un italiano di 56 anni, che le sfruttava nel centro massaggi. L’uomo, titolare del “Vip Harmony” di via Gasparotto, zona Stazione Centrale, è così finito in carcere per sfruttamento della prostituzione. Le tre giovani donne, un’italiana, un’haitiana e una colombiana, sono ora accolte in una comunità protetta che le aiuterà a ricostruirsi una vita.
GRANELLI. La Polizia locale di Milano, da gennaio 2011 a oggi, ne ha chiusi 15, sui 400 controllati, perché erano di fatto dei bordelli. Nove le persone denunciate e sette quelle arrestate. «Non ci limitiamo alle indagini e alla repressione -sottolinea Marco Granelli, assessore alla Sicurezza-, ma offriamo anche un percorso alle donne costrette a prostituirsi, che sono le uniche e vere vittime di questo sistema». La rete del Comune di Milano per le donne vittime di violenza e sfruttamento è composta dagli ospedali della città, dall’Asl, dal pronto soccorso violenza sessuale della Clinica Mangiagalli e da sei realtà del non profit: Caritas Ambrosiana, Casa delle donne maltrattate, Centro ambrosiano di solidarietà, Telefono donna, cooperativa sociale Cerchi d’acqua e Donna aiuta donna.
L’INDAGINE. Al Vip Harmony il giro di affari era di circa 20 mila euro al mese. I clienti pagavano circa 150/200 euro e alle ragazze (i vigili urbani stimano che fossero circa 20) rimanevano intorno ai 50 euro. Le indagini sono durate due mesi e mezzo. Nel 2011 la Polizia locale ha anche eseguito 488 controlli amministrativi in centri massaggi ed estetici: in 313 hanno trovato irregolarità, dal mancato rispetto degli orari di apertura alla non comunicazione d’inizio attività.
di Mirko Dioneo

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