ROMA. «Gli occhi del mondo sono focalizzati sulle crescenti violenze in Siria, non dobbiamo dimenticare il fatto che i bambini non sono responsabili di questa tragedia e che stanno pagando un prezzo molto alto. I bambini stanno perdendo le loro vite, le loro case, i loro genitori, la scuola»,a dirlo è Direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake.  Dallo scorso Gennaio, l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno raggiunto 250.000 persone con assistenza umanitaria, inclusi oltre 185.000 tra bambini e adolescenti, cercando di raggiungere le popolazioni bisognose con una programmazione a volte anche quotidiana della distribuzione degli aiuti nei siti dove gli sfollati hanno trovato rifugio, in prevalenza scuole, edifici pubblici e moschee, sostenendo la Mezza Luna Rossa Siriana, diverse Ong e organizzazioni a base comunitaria. A questi si aggiungono 284.000 bambini vaccinati dal Ministero della Sanità con il sostegno dell’UNICEF. Nel solo mese di luglio, l’UNICEF e le organizzazioni partner hanno raggiunto con aiuti e assistenza 94.000 persone, di cui il 90% bambini:  più di 27.000 bambini hanno beneficiato di interventi e servizi per l’istruzione e la protezione dell’infanzia con attività di recupero scolastico, assistenza psicosociale, attività socio-ricreative; un totale di 63.000 persone sono state raggiunte con diversi aiuti, tra cui generi di prima necessità (come kit igienici, stufe, stoviglie, coperte), acqua, cibo per bambini, assistenza di base in diverse località del paese (Damasco e le sue zone rurali, Homs, Aleppo e altre aree).«Il numero di persone, ma soprattutto di bambini che stanno subendo la crisi siriana è allarmante- ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia, Giacomo Guerrera-.Proprio per questo l’UNICEF continua a lavorare per raggiungere quanti più bambini possibili, all’interno del territorio siriano e al di fuori, nei quattro paesi confinanti in cui fuggono: Giordania, Libano, Turchia e Iraq. Ogni bambino siriano che in questo momento sta perdendo o ha già perso la sua tranquillità, la sua famiglia, o addirittura la vita, potrebbe essere figlio di chiunque di noi»

di Davide Domella

 

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