ROMA.  In home page recita “Gli altri parlano di integrazione. Noi ve la mostriamo”. E poi parte la raccolta di articoli che raccontano di omicidi, stupri, rapine, spaccio di droga e altri pesanti reati compiuti da immigrati. Insomma, sul sito internet “TUTTI I CRIMINI DEGLI IMMIGRATI” i fatti di cronaca riportati sono sempre riconducibili agli stranieri. Le notizie del giorno vengono, per altro, sempre titolate in maniera da rendere esplicita la responsabilita’ del romeno, albanese, nordafricano di turno, con un solo scopo: mettere in guardia gli italiani dalla popolazione di immigrati. A puntare per primo l’indice contro il sito ritenuto razzista e’ stato l’Osservatorio 21 luglio che segnala: “La pagina opera una raccolta di notizie prese da altre fonti che hanno come motivo ricorrente il coinvolgimento di immigrati, rom e altre minoranze in episodi di cronaca esclusivamente di natura criminosa – scrive l’Osservatorio 21 Luglio – pericolosità della pagina web in questione, scaturisce dagli slogan e dalle immagini di stampo razzista e xenofobo che vengono aggiunti dagli amministratori del sito a condimento delle notizie riprese dalle altre fonti. Il risultato è un calderone di stereotipi, frasi violente ed immagini offensive dal chiaro esito potenziale di incitare all’odio razziale e alla discriminazione”. Inoltre, appare preoccupante anche l’invito lanciato dal sito a inviare segnalazioni, dal seguente tenore: “Segnalaci un crimine, un sopruso o una situazione di degrado causata dalla presenza di immigrati di cui sei stato testimone”. Per questo, l’Osservatorio ha deciso di intraprendere “un’azione correttiva segnalando la pagina web alle autorità e agli organi competenti”. Sempre secondo l’Osservatorio, il sito sarebbe riconducibile al gruppo denominato “Resistenza nazionale. Contro l’oppressione multietnica”. Ma “Tutti i crimini degli immigrati” non e’ l’unico sito dai contenuti razzisti. Negli ultimi mesi ha fatto molto parlare anche “Stormfront” (“fieri di essere bianchi”) sul quale e’ intervenuta a novembre la Procura di Roma con l’accusa di istigazione razziale dopo la costituzione di un gruppo Facebook che ne chiedeva l’immediata chiusura. Sono seguiti l’oscuramento, perquisizioni e perfino arresti.
di Mirella D’Ambrosio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui