foto_carmenNAPOLI –  Il 21 giugno è la giornata mondiale sulla Sla. Raffaele Cretoso è affetto da questa malattia da tre anni. Nel suo Comune di residenza, Poggiomarino, si votava per il rinnovo del consiglio comunale e lui ha voluto esercitare il suo diritto al voto, lottando contro la burocrazia, per affermare la sua voglia di partecipazione e democrazia.
Di seguito, pubblichiamo la lettera aperta della figlia, la giornalista Carmen Cretoso, che racconta il percorso del padre e la sua piccola, grande vittoria

A vincere saranno sempre i cittadini liberi. Liberi di poter godere di un proprio diritto, dopo una vita a rispondere ai mille doveri. 
In questa tornata elettorale a vincere è stato mio padre. Ma grazie alla sua tenacia, voglia di vivere e di contare sempre. Nonostante tutto, nonostante la Sla. Mio padre, Raffaele Cretoso, 63enne e malato di Sla da tre anni, è riuscito finalmente a votare. Anche se la legge non era dalla sua parte. Anche se gli enti preposti non sapevano nemmeno come potesse votare un malato di Sla. E’ stata una lunga battaglia, legale, morale, dignitosa. Non perché è mio padre. Ma perché uno Stato che non garantisce, ai malati e non, la libertà di esprimere il proprio voto, pur avendone piene capacità intellettive è uno Stato che perde, non durante le tortate elettorali, non davanti ad un malato di Sla, ma esattamente tutti i giorni. Se vi scrivo oggi che a vincere è stato mio padre è perché dopo la sua battaglia si è creato un precedente che permetterà ai malati di Sla allettati con tracheo e peg di votare. La cosa avrà sicuramente dell’incredibile anche per i medici che di Sclerosi laterale amiotrofica non sanno nulla.

Ricordo ancora all’Asl di Poggiomarino quando la dottoressa all’ufficio preposto mi chiese, incurante del dolore che potesse provocare ad una figlia di un supereroe se l’intenzione di far votare papà nascesse da una mia presunta candidatura. Ricordo ancora quando all’ufficio elettorale del mio comune mi dissero che non esisteva iter per i malati di Sla. Non posso dimenticare i medici che si sono succeduti a casa con quanta incredulità ed ignoranza si sono approcciati a mio padre. Lei sente? gli chiedevano dopo una laurea in medicina presa chissà dove, che non aveva permesso loro di capire che i malati di Sla sentono, vedono e scrivono con il puntore oculare meglio di chiunque altro. Perchè vuole votare? Sarà un iter faticoso, non si stancherà? hanno domandato ignari del fatto che mio padre, dopo aver scelto di sottoporsi all’operazione per la tracheostomia per continuare a vivere per guardarci negli occhi e ricordarci che la vita vale sempre la pena di essere vissuta, per il diritto al voto avrebbe ruggito ancora più forte, da vero leone. 

Dopo documenti, incartamenti, offese gratuite a cui mio padre sorrideva perché il gioco valeva la candela, perché quando eravamo piccoli ci diceva sempre di batterci per i propri diritti, a tutti costi, il mio supereroe ha vinto e votato. 
Scrivo queste righe perché mio padre è ritornato contro tutto e tutti in società, ha combattuto con dignità e ha vinto.
Cari figli di supereroi, noi e voi abbiamo una marcia in più. Perché il malato di Sla sceglie la vita ogni giorno, e non si può non esserne fieri, orgogliosi e sentirsi incredibilmente fortunati. Combattete, combattiamo. Papà è stato il primo ed unico nel distretto di cui fa parte Poggiomarino ad esercitare il diritto al voto. Ora tocca a voi. Con la Sla si può votare. Anche qui, anche in Italia. Incredibile. 
A vincere saranno sempre i cittadini liberi. E mio padre è molto più libero di quanto si pensi. Grazie, eroe.

Carmen Cretoso

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