Un nuovo centro a poca distanza dalla Curia dove accogliere i meno fortunati. All’interno della Chiesa di Santa Sofia nell’omonima via al civico 30 da oggi ha sede la mensa Don Raffaele Criscuolo, fondata nel 1978 presso la Torre Virtus di Porta Capuana (con il sostegno della chiesa di Santa Caterina a Formiello). A gestirla sarà il Consiglio centrale di Napoli Società di San Vincenzo De Paoli da sempre in prima linea a dare assistenza a chi ne ha bisogno. La nuova mensa, che si slancia su due piani, potrà ospitare 40 posti ma al momento fungerà da centro di distribuzione dei pasti a domicilio viste le regole anti Covid ancora in vigore arrivando a garantire un numero più che raddoppiato di cestini, visto anche l’aumento delle povertà causa pandemia. A partecipare all’inaugurazione di questa mattina insieme ai responsabili della mensa l’arcivescovo Metropolita di Napoli monsignor Domenico Battaglia. Tra gli intervenuti anche il vicesindaco della giunta comunale di Napoli Maria Filippone, i responsabili della Caritas, sacerdoti di varie parrocchie di Napoli e il consigliere comunale ed ex sindaco partenopeo Antonio Bassolino insieme ai consiglieri della Quarta Municipalità come Armando Simeone.

Le parole dell’arcivescovo- Per Monsignor Battaglia l’apertura del nuovo spazio mensa don Raffaele Criscuolo in vico Santa Sofia rappresenta «un segno importante di una chiesa che vuole aprirsi alla gente facendosi carico delle fatiche chi vi deve ritrovare la speranza che un concreto gesto come questo che alimenta». L’arcivescovo aggiunge: «Spesso si sente l’espressione, che io non ho mai sopportato, che il tempo è denaro. Il tempo è lo spazio dell’amore e della responsabilità. Sarà possibile non avere più bisogno del volontariato se tutti noi ci occupiamo di garantire i diritti e dignità e non di fare assistenzialismo. Fino a quando ci saranno i volontari della solidarietà e dall’altra gli indifferenti del quotidiano ci sarà sempre bisogno del volontariato». Il concetto cardine per l’arcivescovo è quello delle «porte aperte che non sono soltanto per entrare ma anche per uscire perché è molto più importante uscire e bussare alla porta del vicino capendo le realtà delle persone. Non sempre purtroppo, per mille difficoltà, chi ha problemi verrà a bussare alla nostra porta. Uscire diventa anche ad andare a cercare per eliminare ogni forma di disagio». In proposito Battaglia cita una frase di un suo maestro: «“Quando fate le carità, fatela in modo tale che i poveri ve la possano perdonare’’. Ciò significa che non può esistere una carità dall’alto in basso, perché si amplia ancora di più la distanza. Non si può fare la carità senza incrociare gli occhi di chi deve recuperare la speranza perché fa fatica. Va riconosciuta la dignità dell’altro. Chi varcherà la soglia di questa mensa hanno dei volti, delle storie di cui bisogna tener conto».

I responsabili della mensa- Dalla società di San Vincenzo De Paoli, la presidente consiglio centrale Carmelina Palmese ricorda le «parole di Papa Francesco sull’abbracciare le persone più in difficoltà. Noi pensiamo di abbracciare chiunque entri da quella porta. Gli imprevisti sono stati tanti ma ce l’abbiamo fatta a inaugurare questo spazio per la cittadinanza». Aggiunge sempre da San Vincenzo De Paoli Giuseppe Maienza, uno dei referenti della nuova mensa della chiesa di Santa Sofia: «Cercheremo di far avvicinare il più possibile diversi giovani al mondo del volontariato. L’obiettivo primario è rivolgere questo spazio ai senza fissa dimora, che io chiamo semplicemente meno fortunati. Napoli può essere definita una città dell’accoglienza, il pasto caldo potrebbe non mancare mai ma manca sicuramente una concertazione delle varie realtà che si occupano di queste problematiche. Bisogna lavorare insieme e aprire posti come questi».

di Antonio Sabbatino

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