Si apre con l’annuncio del ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti il webinair che ha illustrato i risultati del progetto “Fuori Tratta” finanziato da Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che ha come capofila la Cooperativa Dedalus.

«Il Piano strategico relativo alla tratta degli esseri umani – ha spiegato il ministro – è in via di revisione». Già costituite cabina di regia e governance, questa strategia, ha aggiunto, «necessita sempre più di un’azione sinergica delle associazioni coinvolte, del terzo settore nonché delle forze dell’ordine e della magistratura, con uno sguardo che non può che essere a livello internazionale, soprattutto nei rapporti con i paesi d’origine». «Alle vittime della tratta – ha dichiarato Bonetti – vogliamo offrire prospettive di speranza e salvezza e questo progetto è quello che in Italia ha avuto maggiore significato e qualità di impatto». Il ministero, ha concluso Bonetti, ha pubblicato un bando per 24 milioni di euro, dei quali 1,5 milioni destinati alla Campania, segnale «di una corresponsabilità per dare speranza a queste persone a cui non possiamo far mancare il nostro impegno».

Il progetto – Nel corso dell’incontro online sono stati illustrati dunque i risultati del progetto “Fuori Tratta” che prevede azioni per l’emersione, l’assistenza e l’integrazione sociale rivolte alle vittime di tratta e grave sfruttamento in ambito sessuale, lavorativo e nello svolgimento di attività illegali e di accattonaggio, su territorio regionale. Uno spaccato di impegno per recuperare donne, uomini e bambini sfruttati, violati, invisibili. I numeri, relativi al periodo che va da settembre 2016 ad aprile 2021, parlano di 12444 ‘contatti’, avviati sia mediante le uscite di unità mobili nei luoghi in cui è più facile incontrare i ‘fantasmi’ dello sfruttamento sessuale e non, sia nei centri di ascolto o grazie alle segnalazioni delle commissioni territoriali. Ottantasette persone invece si sono rivolte al numero verde. La maggior parte dei contatti ha riguardato donne fatte prostituire, in maggioranza giovani nigeriane con meno di 30 anni.  Sono state 1184 le persone prese in carico, in primis per l’asilo politico. Dopo il primo contatto, finalizzato ad emersione e prima assistenza delle vittime, il progetto prevede una serie di interventi concreti: dall’identificazione ai centri di ascolto, dalla tutela legale al sostegno psicologico, dall’assistenza sanitaria all’accoglienza in una struttura residenziale. Ma anche programmi individualizzati per l’inclusione lavorativa,  attività finalizzate ad accrescere l’autonomia abitativa e l’empowerment, al fine di prevenire che chi è stato ‘salvato’ dalla strada e dallo sfruttamento vi ricada.

Gli interventi – Dopo l’intervento del ministro Bonetti si sono susseguiti quelli di quanti, dalla trincea delle istituzioni e delle associazioni e cooperative, hanno dato il loro contributo al progetto. Il principale argomento espresso è stato quello della necessità di fare rete. Lo hanno ribadito l’assessore regionale Mario Morcone, il questore di Napoli Alessandro Giuliano, l’assessore al Comune di Napoli Francesca Menna, il capo della Procura di Benevento Aldo Policastro.

Ad illustrare invece i risultati territoriali di ‘Fuori tratta’ sono stati gli operatori delle cooperative e delle associazioni coinvolte che hanno raccontato le esperienze di ‘recupero’ e inserimento sociale rese possibili dal progetto. Uno fra tutti, la ‘Casa di Esther’ a Benevento. La struttura, intitolata ad una ragazza nigeriana che si prostituita e che fu brutalmente assassinata nel 2016 a 36 anni, oggi accoglie altre ragazze sottratte al suo stesso destino sulla strada ed a cui si insegna la normalità di una vita autonoma e un lavoro. Durante la pandemia hanno fabbricato mascherine per la Protezione civile, oggi le loro mani cuciono borse alla moda.

di Bianca Bianco