di Francesco Gravetti
VENEZIA.  Un’azione di “mail bombing”, un gioioso bombardamento non per via telematica ma con vere e proprie cartoline. Con questo singolare atto 2500 giovani ed operatori di vari settori del pubblico e del privato in Veneto hanno scelto di far giungere la propria richiesta d’aiuto al Presidente del Consiglio Monti. Il motivo dell’invio: la critica situazione del Servizio Civile Nazionale, che si trova in difficoltà per mancanza di risorse economiche. Dalla sua nascita nel “lontano” 2001, sono stati circa 200.000 i giovani dai 18 ai 28 anni che hanno svolto il servizio civile su tutto il territorio nazionale. Una storia ormai decennale che ha visto questi giovani cittadini dedicarsi in settori strategici dello sviluppo delle comunità e nella promozione e preservazione del patrimonio culturale, ambientale e sociale italiano. Ma, purtroppo, sono ormai lontani i tempi nei quali per il bando annuale venivano avviati quasi 50.000 giovani. Ad oggi, con il continuo taglio dei fondi, si assiste al contraddittorio fenomeno di un costante aumento delle domande di partecipazione a cui risponde un inversamente proporzionale taglio dei posti disponibili.
In tutta Italia si stanno moltiplicando appelli, eventi, petizioni, proposte per salvare il servizio civile.
Anche il Veneto ha cominciato a entrare in questa “lotta”, rigorosamente non violenta, costituendo un comitato spontaneo di Enti, il CSEV, Coordinamento spontaneo Enti e Volontari del Veneto. Tra i promotori c’è anche il Comitato d’Intesa di Belluno, che in tutti questi anni ha promosso molti progetti di Servizio civile nazionale, ospitando numerosi giovani “civilini”.
PER SAPERNE DI PIU’:
Servizio civile, Riccardi: Bisogna continuare

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