ROMA. Fino al 2014 i genitori di figli nati o adottati, potranno accedere al Fondo di credito per i nuovi nati, che consente di richiedere un prestito a tasso agevolato, fino a un massimo di 5mila euro presso le banche che hanno aderito all’iniziativa governativa. L’annuncio è stato dato dal ministro della Cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi e dal presidente dell’Abi Giuseppe Mussari. La misura rientra nel “Percorso famiglia” promosso dall’Abi in collaborazione con il governo e le associazioni dei consumatori. Nel pacchetto è compresa anche la proroga al 31 gennaio 2013 della sospensione dei mutui per le famiglie in difficoltà. «Nel paese si parla da anni di famiglia ma è una realtà poco supportata, che paga il peso della crisi – sottolinea il ministro – La famiglia è un ammortizzatore sociale sotto stress, un pezzo di welfare non sostenuto dalle istituzioni. Bisogna, invece, venire incontro alla famiglia e rafforzare i legami profondi che innervano il tessuto sociale». Il fondo nuovi nati è stato prorogato con l’art. 12 della Legge di stabilità per gli anni 2012, 2013 e 2014. La misura, nata nel 2009, viene concessa a tutti coloro che si trovano nella situazione prevista dalla legge, indipendentemente dal reddito e dalle motivazioni sottese alla richiesta. Ne beneficiano anche i cittadini stranieri regolarmente residenti nel nostro paese. La domanda di prestito può essere presentata alle banche entro il 30 giugno dell’anno successivo (fino a giugno 2015) all’anno di nascita o adozione del figlio.
Dalla data di avvio del fondo (1 gennaio 2010 al 30 giugno 2012) le banche hanno confermato 25.986 garanzie per un finanziamento complessivo di 127.266.266 euro, concesso da 141 banche in 20 regioni. «Nessun altro fondo ha avuto un successo così alto – aggiunge Riccardi – sia il fondo casa, per i mutui concessi ai precari, sia il prestito d’onore per gli studenti sono esplosi meno». Questo è dovuto per il ministro a un «problema di comunicazione, ma – aggiunge – ho l’impressione che il fondo nuovi nati risponda a un bisogno più impellente».

di Sofia Curcio

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