ROMA. Cosa fanno i figli dei immigrati nati in Italia? Chi non ha la cittadinanza italiana preferisce iscriversi agli istituti professionali e non accedere all’istruzione universitaria. È quanto emerge dalla Ricerca “Le seconde generazioni tra mondo della formazione e mondo del lavoro” promossa da Rete G2 Seconde Generazioni in collaborazione con Asgi, Save The Children con il contributo dell’Unar, nell’ambito del progetto R.E.T.E. (Rows Emergencies and Teen Empowerment).
ISTITUTI TECNICI? ECCO IL PERCHE’ – Gli immigrati nati qui, da genitori stranieri, preferiscono percorsi di formazione che accelerino la ricerca del lavoro al termine degli studi superiori (nonostante non ci sia una correlazione diretta tra lo studiare in un Istituto Tecnico o in un Istituto Professionale e il trovare facilmente lavoro). Infatti, secondo quanto emerge nel rapporto, a parità di risultato e pur ottenendo ottimi voti, gli italiani di seconda generazione non scelgono di proseguire gli studi.
LO STUDIO. La ricerca è stata condotta negli istituti tecnici e professionali, dove studia una grossa fetta delle seconde generazioni iscritte alle scuole superiori, su sei città del centro – nord che hanno una maggiore presenza di figli di immigrati: Roma, Firenze, Milano, Torino, Padova, Vicenza. Il campione intervistato è di 100 ragazzi e 55 ragazze con entrambi i genitori stranieri o appartenenti a famiglie miste. La maggior parte non sente di avere problemi con la lingua. Gli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole superiori sono passati dai 130.012 dell’anno scolastico 2008-2009 ai 143.224 dell’anno seguente, salendo complessivamente dal 4,8 al 5,3%. Di questi, oltre centomila studiano nelle scuole professionali e tecniche, dove la percentuale è doppia, intorno al 10%.
LA COMPOSIZIONE FAMILIARE.  Poche le famiglie miste: la maggior parte sno famiglie composte da genitori entrambi stranieri e entrambi dello stesso paese. La maggior parte degli intervistati dichiara di avere una cittadinanza straniera (120 su 155). Una parte di quelli che dichiarano di essere cittadini stranieri sono nati in Italia. In media i genitori degli intervistati sono arrivati da almeno venti anni in Italia. Si tratta a tutti gli effetti di un’immigrazione stabile. Prevale tra gli intervistati la provenienza dei genitori dall’Europa dell’Est, seguono Sud America, Asia e Nord Africa. Le professioni prevalenti sono quelle legate al manifatturiero o ai servizi. Tra le madri c’è un 11% che dichiara di svolgere un lavoro impiegatizio; sono interpreti e traduttrici che lavorano a chiamata per tribunali e servizi vari. I titoli di studio dei genitori nella maggioranza dei casi sono alti rispetto al lavoro che svolgono effettivamente.
SUCCESSO SCOLASTICO.  Nel successo scolastico di questi ragazzi è fondamentale la possibilità di studiare il pomeriggio. La ricerca sottolinea un risultato fondamentale: una parte dei ragazzi che non sono mai stati bocciati alle superiori sono quelli che non hanno svolto lavori nel periodo di studio. I giovani hanno un giudizio negativo sulle competenze che, secondo il loro punto di vista,  non darebbero una reale possibilità d’inserimento lavorativo.

di Antonello Perri

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui