ROMA. Mentre 870 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, un terzo del cibo prodotto viene sprecato. È il paradosso su cui invita a riflettere la FAO nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ogni anno l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura celebra il 16 ottobre, giorno della sua fondazione.Una persona su sei non ha abbastanza cibo per condurre una vita sana e attiva e, a livello mondiale, la malnutrizione e la fame rappresentano un rischio per la salute degli individui maggiore di quello di Aids, malaria e tubercolosi messe insieme. I disastri naturali, le guerre, la povertà endemica in alcune aree del mondo, la scarsità di infrastrutture per l’agricoltura e lo sfruttamento eccessivo dell’ambiente col conseguente suo impoverimento, alla base della denutrizione nel mondo.Ma alla fame nelle aree più povere fa da contraltare lo spreco nei paesi più ricchi e sviluppati. 1,3 miliardi di tonnellate all’anno di cibo, ovvero un terzo degli alimenti prodotti nel mondo, viene sprecato. Mentre da un lato vi è la necessità di aumentare la produzione di prodotti alimentari del 70% nei prossimi anni, per riuscire a nutrire la popolazione mondiale che, nel 2050, arriverà a toccare i 9 miliardi, secondo i dati Fao, dall’altro un terzo del cibo prodotto viene sprecato. E lo spreco non conosce sosta, soprattutto nei Paesi più ricchi, dove finisce tra i rifiuti ogni anno una cifra che va dai 95 ai 115 kg di cibo a persona, fino ai 180 kg procapite dell’Unione Europea. Dato che diventa decisamente inferiore nelle aree più povere del mondo come l’Africa sub-sahariana, il Sud e Sud Est asiatico, dove il cibo che finisce nell’immondizia è compreso tra i 6 e gli 11 kg procapite. A diffondere i dati è lo studio condotto dalla Fao e contenuto nel Libro Nero dello spreco 2011 di Last Minute Market, società che si occupa dello sviluppo di progetti volti al recupero di beni invenduti. Una distinzione non solo di quantità ma anche di qualità: mentre nei Paesi in via di sviluppo lo spreco riguarda le fasi di raccolta e produzione del cibo, nei paesi industrializzati fa riferimento alle cattive abitudini domestiche e allo sperpero della grande distribuzione.
NEL NOSTRO PAESE. Solo in Italia nel 2011, secondo i dati di Last Minute Market e Fao, sono andati sprecati prodotti alimentari pari a 11 miliardi di euro. E, in quanto a spreco, il nostro Paese risulta sopra la media, con 149 kg procapite di cibo all’anno che finisce nella pattumiera. A pesare sugli sprechi per il 3,2% è l’abbandono nei campi dei cibi prodotti che non vengono raccolti dagli agricoltori per lo scarso ritorno economico oppure per colpa dei danni prodotti da fenomeni atmosferici. L’invito della Fao è allo sforzo comune di tutte le nazioni per ridurre la fame nel mondo: secondo l’Organizzazione se tutte le nazioni si impegneranno ad aumentare i loro sforzi può ancora essere raggiunto l’obiettivo di sviluppo del millennio di dimezzare il numero di persone affamate entro il 2015. Al ruolo fondamentale che svolgono le cooperative per migliorare la sicurezza alimentare e per eliminare la fame nel mondo è dedicata l’edizione 2012 della Giornata mondiale dell’alimentazione dal titolo Le cooperative agricole nutrono il mondo, con l’obiettivo di sensibilizzazione l’opinione pubblica e di incoraggiare la partecipazione delle popolazioni rurali ai processi decisionali e alle attività che influenzano le loro condizioni di vita.

di Antonella Migliaccio

PER SAPERNE DI PIU’
La fotogallery 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui