NAPOLI – Un sospiro di sollievo per un milione e mezzo di abitanti delle province di Napoli e Salerno, quelli dei 76 comuni dell’Ato 3 che vedono sospese le “bollette pazze” della Gori che chiedevano centinaia di euro per la ritariffazione dei consumi di anni addietro.
Infatti l’Autorità per l’Energia Elettrica, il gas e il Servizio idrico ha aperto una istruttoria e nel contempo sospeso per 30 giorni il pagamento della fatture di concerto con l’Ato 3, l’Ente d’Ambito che regola la tariffazione, che ha annunciato ad horas la convocazione di un tavolo tecnico.
Un motivo di grande soddisfazione per tutto il mondo del sociale, con in testa le associazioni dei consumatori, che si era mobilitato in massa per protestare contro le richieste di pagamento che apparivano come un balzello ingiustificato.
Ed anche l’autorità giudiziaria aveva sospeso il pagamento: il Giudice di Pace di Marigliano, infatti, aveva accolto una richiesta di sospensione di un utente, probabilmente ‘pilota’, in un giudizio promosso dalla Confconsumatori.
In prima file nelle proteste Assoutenti – che ha addirittura creato un sito apposito, www.emergenzaacquapazza.it – Adoc, Unione Consumatori, Codici, Adiconsum, Federconsumatori. Nelle proteste si sono affiancati anche molti sindaci ed esponenti politici del territorio.
“Il problema è stato sentitissimo dalla popolazione – commenta Melania Capasso, presidente regionale dell’Assoutenti – abbiamo ricevuto migliaia di degnazioni. Adesso è necessario che il tavolo tecnico si riunisca quanto prima e che noi associazioni dei consumatori siamo chiamati a farne parte integrante”.
Le fatture sono destinate a tutti gli utenti che usufruiscono del servizio da prima del 2012.
Si tratta di recuperi tariffari relativi agli anni 2006 – 2011, che si sono accumulati nel corso del tempo a causa dell’inadeguatezza delle tariffe deliberate in passato dall’Assemblea dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano. In pratica, le tariffe deliberate dall’Ente d’Ambito e applicate da GORI in quegli anni non assicuravano la copertura dei costi di gestione, con la conseguenza che l’azienda ha maturato un significativo credito.
L’importo dei recuperi è stato deliberato dall’Ente d’Ambito già nell’ottobre 2012. Quindi, ai sensi dell’articolo 31 della Delibera n.643/2013/R/IDR dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas ed il Sistema Idrico, il Commissario Straordinario dell’Ente d’Ambito lo scorso giugno ha quantificato l’importo delle partite pregresse relative al periodo precedente l’anno 2012, stabilendone il recupero in 4 quote annuali. Più precisamente, il 50% dell’importo complessivo fatturato in un’unica soluzione ed addebitato nelle bollette che hanno fatto scattare la rivolta, mentre il restante 50% suddiviso negli anni 2015, 2016, 2017.
 

di Danila Navarra

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