STRASBURGO. Nel corso di un’ interrogazione il vice Presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli, ha denunciato il fenomeno, in aumento in Italia, degli “allontanamenti facili” dei minori dalle famiglie di origine. «Allo stato attuale- ha sottolineato la Angelilli – non si riescono a distinguere gli allontanamenti realmente necessari da quelli che, con un’adeguata politica di sostegno alle famiglie in grado di prevenire e risolvere i disagi, potrebbero essere evitati, soprattutto senza allontanare i bambini dai propri genitori». Il sistema di giustizia minorile italiano è stato sempre più frequentemente criticato da decine di associazioni a tutela dei minori e da fonti sempre più autorevoli. Recentemente il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha affermato “l’attuale inesistenza di politiche minorili, in un contesto di default del sistema di welfare”. I dati raccolti nel documento “Quaderni della ricerca sociale — bambine e bambini temporaneamente fuori dalla famiglia di origine” sono significativi. Infatti, è possibile riscontrare un aumento del numero dei minorenni, circa 30 mila, accolti temporaneamente presso i servizi residenziali familiari e socio-educativi e le famiglie affidatarie. Il fenomeno è cresciuto del 24% rispetto al periodo 1998/1999. Spesso i minori vengono allontanati dai genitori senza dare loro la possibilità di essere ascoltati, basandosi unicamente sui rapporti dei servizi sociali e delle perizie psichiatriche o psicologiche. I motivi degli allontanamenti sono generici, quali conflittualità, problemi economici, inidoneità genitoriale, problemi abitativi.

di Rosa Ambrosio

 

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