fotogiochi8FOGGIA– La musica balcanica è la colonna sonora del campo nomadi di Arpinova, il villaggio di container e baracche a soli 12 chilometri da Foggia che accoglie quasi 250 persone, di cui almeno un centinaio sono bambini. E sono proprio i piccoli rom che partecipano ai “Giochi Estivi” nella parrocchia del Sacro Cuore che, ogni giorno, chiedono di ballare nel cortile dell’oratorio sulle note della loro musica preferita. Il sottofondo musicale ideale per scandire i coinvolgenti momenti ludici, l’unica espressione di continuità con la vita che svolgono al campo durante tutto l’anno. Perché per il resto, le attività di animazione dei giochi estivi sono molto diverse dalla normale routine che si vive al campo di Arpinona.
GIORNATA A MISURA DI BAMBINO- Lo sanno bene i circa 40 bambini rom dai 7 ai 10 anni che, dai loro genitori, hanno avuto il permesso di partecipare alle avventure dei giochi estivi. Lontani dal degrado e dalle pericolose baracche di legno, i piccoli trascorrono la mattinata all’aria aperta. Quattro lunghe ore a misura di bambino, tra laboratori, balli e divertimenti di ogni tipo. L’iniziativa, promossa dal Comune di Foggia e gestita dalla cooperativa sociale “Grilloperante”, andrà avanti fino al 9 agosto. Per la felicità dei piccoli rom, che possono vivere momenti di integrazione sociale con gli animatori e con altri bambini che frequentano la parrocchia. «Questa esperienza dei giochi estivi sta riscuotendo un grande successo tra i bambini rom che al campo nomadi non hanno molte possibilità di svago in quanto privi di spazi da dedicare al gioco e delle attrezzature adatte» spiega Alessandro Natale, presidente della cooperativa “Grilloperante”.
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GIOCHI E LABORATORI- Per i bambini che partecipano ai “Giochi Estivi”, quindi, la giornata inizia presto. Uno scuolabus passa a prenderli al villaggio di Arpinova per accompagnarli all’oratorio del Sacro Cuore. Poi, divisi per squadre colorate, partecipano alle varie attività in programma. «Durante la mattinata – prosegue Natale – i bambini giocano con la palla, con la bandierina, cantano, frequentano laboratori di pittura, corsi di ballo. Anche se la musica che preferiscono ballare è sempre quella balcanica, quella che portano sui loro cd musicali». Ma la vera scommessa di questa manifestazione va ricercata nell’incontro con l’altro, nella possibilità di avviare scambi culturali, nuove amicizie. Anche al fine di prevenire pregiudizi o di conoscere altri stili di vita. Uno scambio reciproco, insomma, che il prossimo anno si intende replicare. Magari estendendolo anche ad altre parrocchie, a molti più bambini. Sia italiani sia di etnia rom. Ma sarebbe meglio definirla stanziale, visto che quasi tutti i bambini sono nati in Italia, a Foggia. Proprio come i loro genitori.
COMUNITÀ STANZIALE- Al campo di Arpinova, infatti, vivono circa 60 famiglie. Alcune di queste risiedono nel territorio foggiano da più di 25 anni. Una comunità stanziale, appunto, più che nomade. Lontana dal centro urbano, ad una dozzina di chilometri di distanza. Perché da quando nel 2005 la comunità è stata trasferita dalla città alla borgata in seguito ad un incendio, non ha più fatto ritorno. Un processo di inclusione rallentato da burocrazia e pigrizia. Anche se i bambini rappresentano il futuro, la speranza d’integrazione. Proprio i bambini che partecipano ai giochi estivi. Più di un centinaio quelli che vivono al campo. I più grandi frequentano regolarmente le scuole di Foggia. Perché per gli ottanta piccoli che siedono tra i banchi delle classi materne, elementari e medie, andare a scuola può significare un’occasione di riscatto, di nuova opportunità sociale. Come il partecipare ai giochi estivi, che aiuta a rompere le differenze ed almeno per qualche settimana permette ai bambini di accedere a diritti troppo spesso sconosciuti.

 di Emiliano Moccia

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