NAPOLI-  Il gruppo di imprese sociali Gesco ha lanciato sulla piattaforma internazionale Change.org una petizione rivolta al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Governo e al Ministro del Lavoro e del Welfare Giuliano Poletti per chiedere il ripristino del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali. Istituito per trasferire risorse dedicate agli enti locali e garantire l’offerta di servizi sociali e socio-assistenziali, il Fondo è stato ridotto negli anni con continui tagli, emblematici anche del progressivo ridimensionamento dell’impegno pubblico sul welfare. Oggi a causa della progressiva contrazione della spesa sociale da parte dello Stato, gli enti locali non riescono a garantire un adeguato sistema di welfare per persone anziane, disabili, senza dimora, bambini e ragazzi disagiati, famiglie e donne in difficoltà, immigrati, persone con problemi di dipendenze.
La situazione riguarda tutto il Paese ma è nel Mezzogiorno che si registrano le quote più basse di spesa sociale pro capite: il Sud infatti presenta una spesa media pro-capite che ammonta a meno di un terzo di quella del Nord-Est: circa 50 euro rispetto a circa 160 euro. Napoli quest’anno, anche a causa dei mancati trasferimenti statali, oltre duemila persone tra anziani e quelle con disabilità non godranno più dell’assistenza domiciliare; circa tremila bambini e adolescenti non potranno più accedere al servizio dei convitti e dei semi-convitti; oltre duecento anziani soli non potranno contare sull’accoglienza in casa di riposo;  circa 400 alunni disabili non potranno più studiare.
«A un aumento della domanda sociale – si legge nella petizione – non sono corrisposti adeguati finanziamenti alla rete dei servizi e le politiche sociali, fondamentali per migliorare la qualità della vita e tutelare quel diritto alla salute e alla parità di trattamento di tutti i cittadini che è stabilita dalla nostra Costituzione». Per questo Gesco e i firmatari della petizione chiedono il «ripristino del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali con la previsione di almeno un miliardo di euro e di individuare come criterio di finanziamento stabile per le politiche sociali la quota capitaria, definendo i livelli essenziali di assistenza sociale così come previsti dalla Costituzione e dalla legge 328».
La petizione è il primo passo verso l’apertura di una nuova mobilitazione per le politiche sociali, a nove anni dal movimento “Il welfare non è un lusso” ispirato da Gesco proprio per combattere i tagli dello Stato e il conseguente disinvestimento degli enti locali nel welfare. Il gruppo ha già indetto un’assemblea cittadina prevista per il pomeriggio del 4 ottobre prossimo nel cinema Modernissimo di Napoli, con il sostegno di Cgil, Cisl, Uil, Usb, Alleanza delle Cooperative Italiane (Legacoopsociali, Agci Solidarietà, Federsolidarietà). Per aderire alla petizione è possibile cliccare qui.

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