La diffusione del Covid-19 sta avendo ripercussioni multidimensionali sul nostro Paese e in particolare su di un aspetto che non possiamo trascurare: l’impatto che questa crisi sanitaria ha sui bambini e sugli adolescenti e sull’impianto educativo su cui è costruito il nostro sistema scolastico.
Molto probabilmente il modo di ‘fare scuola’ non sarà più lo stesso quando ritorneremo sui banchi, in particolare se sapremo cogliere l’opportunità che si nasconde dietro la didattica digitale. La chiusura delle scuole ha comportato, infatti, il trasferimento online della didattica attivando modalità di apprendimento a distanza. L’integrazione della didattica digitale nel sistema scolastico non è però un processo immediato e necessita di alcuni elementi imprescindibili: la dotazione di risorse e strumentazioni adeguate (PC, tablet, lavagne luminose, ecc.), una connettività a banda larga e lo sviluppo di competenze specifiche da parte di insegnanti e studenti.
Lo strumento tecnologico non può però essere considerato un surrogato della didattica in presenza, ma è necessario dare valore al suo significato pedagogico e progettare un nuovo modo di insegnare con tempi e modalità di lavoro nuovi. All’inizio dell’emergenza Codiv-19 in Italia quasi la metà degli insegnanti (48%) non ha ricevuto un training formale sull’uso delle nuove tecnologie per la didattica e solo poco più di 1 su 3 (36%) si sente particolarmente preparato nell’utilizzarle (Indagine internazionale dell’OCSE sull’insegnamento e l’apprendimento “Teaching and Learning International Survey – TALIS”, 2018). In riferimento agli studenti, l’indagine ICILS 2018 (International Computer and Information Literacy Study) dell’IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement), che ha coinvolto 46 mila studenti di 14 diversi sistemi scolastici (Italia compresa), dimostra chiaramente che l’uso anche intensivo di strumenti digitali di per sé non garantisce lo sviluppo di competenze digitali sofisticate davvero utili per l’apprendimento.
In altre parole, essere nativi digitali non è di per sé un vantaggio. Un ulteriore elemento da considerare è il rischio di un aumento delle disuguaglianze tra studenti nell’accesso all’istruzione. Condizioni familiari fragili, mancanza di strumenti necessari e connessioni internet assenti o inadeguate fanno sì che i bambini e gli adolescenti a rischio di esclusione non possano continuare il loro processo di apprendimento a distanza, ritrovandosi in una condizione di isolamento didattico e personale nei confronti dei compagni di classe. Come in tutte le situazioni di emergenza, inoltre, i bambini stanno assorbendo le ansie e le preoccupazioni che il mondo degli adulti trasmette quotidianamente. È invece indispensabile fare in modo che possano vivere questo periodo sviluppando la loro resilienza, esercitando una cittadinanza responsabile nei comportamenti quotidiani, dimostrando solidarietà e accoglienza delle diversità, sviluppando competenze e capacità necessarie per la crescita. Per questi motivi, Save the Children Italia ha varato un programma straordinario di intervento ‘Non da soli’ che prevede diverse azioni, tra cui il sostegno al mondo della scuola per favorire una didattica a distanza inclusiva e di qualità, attraverso percorsi di formazione on-line (per iscrizioni: https://nondasoli.istemiditutela.it/) e di tutoraggio per le scuole inserite in contesti maggiormente a rischio, realizzati in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca. Ma una crisi può e deve rappresentare un’opportunità per la comunità di riferimento. È singolare che proprio nella lingua cinese, il termine wēijī stia a indicare entrambi i significati (crisi e opportunità).
Quali sono allora le opportunità celate dietro la didattica digitale? Innanzitutto ad essa è legato un principio di pari opportunità nell’accesso all’istruzione: il modello tradizionale di apprendimento è ancora fortemente centrato sulla compresenza in aula di docenti e studenti ma questo tipo di didattica non può però essere garantita in situazioni di emergenza, in cui la scuola deve restare chiusa per brevi o lunghi periodi o in cui gli studenti non possono andarci per motivi contingenti. Ci sono inoltre studenti, soprattutto quelli affetti da disabilità, per i quali l’accesso all’istruzione non sempre è garantito al 100% e la didattica digitale può rispondere in maniera più incisiva ai bisogni specifici di ogni singolo studente. Infine credo che tra tutte le opportunità, la più importante riguardi la forza dell’apprendimento in forma condivisa grazie all’uso di bacheche, chat e forum con cui studenti e insegnanti possono interagire e confrontarsi, accrescendo così il senso di partecipazione e coinvolgimento.
di Luigi Malcangi, Referente regionale per la Campania di Save the Children Italia