Ospitiamo una riflessione ricevuta dalla cooperativa sociale Proodos circa un evento che si è tenuto negli scorsi giorni sul  tema delle comunità educanti.

“La rigenerazione passa attraverso il cambiamento di cui siamo artefici: siamo artigiani del nostro futuro. È così che vogliamo descrivere l’incontro con la comunità che abbiamo vissuto lo scorso 26 gennaio: diventare #Artigianidelfuturo!  #Artigianidelfuturo è l’evento promosso da Proodos cooperativa sociale per raccontare l’ecosistema di diverse realtà, con funzioni e peculiarità differenti, che hanno scelto di dar vita, insieme, alla comunità educante nei quartieri di Gianturco, Poggioreale, S. Lorenzo, Vicaria, mettendosi accanto a ragazzi e ragazze, accompagnando le famiglie, percorrendo nuove strade possibili per educare alla vita, al bello, alla responsabilità e soprattutto a sentirsi comunità. Sono i sogni, le aspirazioni, i legami e le interazioni tra le persone che conducono alla individuazione del modello di comunità più coerente con il “sentire” della comunità, questo il messaggio che abbiamo voluto promuovere. Con la partecipazione dell’Arcivescovo Metropolita di Napoli, Monsignor Domenico Battaglia e della Presidente di Municipalità Maria Caniglia, i veri protagonisti sono stati gli attori del progetto Base Comune: i giovani, ispirati dal desiderio di costruire il proprio futuro. Ai saluti introduttivi affidati a Mario Sicignano Presidente di Proodos cooperativa sociale, a Raffaella Ruocco Consigliera di Amministrazione di Proodos e a Padre Marco Rota, Parroco della Parrocchia Sacra Famiglia, hanno fatto seguito gli interventi di ospiti (le presidi degli istituti scolastici del territorio e dei parroci) che hanno portato il loro contributo con le riflessioni sul tema rigenerazione e cambiamento che ispira il nostro operato comune.

Il lavoro di Proodos sulla comunità educante, a partire dai Patti educativi di cui siamo firmatari, si è tradotto in prima istanza, nell’azione di estrinsecare spunti e linee guida, per un Patto dei Quartieri quelli appunto di Gianturco, Poggioreale, S. Lorenzo, Vicaria, e nel farlo ci siamo sin da subito ispirati all’approccio maieutico mutuato dal pedagogista ed educatore Danilo Dolci. Il processo maieutico che vogliamo innescare su questo territorio si concentra sulle capacità delle persone di scoprire i loro sogni, i loro interessi vitali e di esprimere liberamente le proprie riflessioni sulla base delle proprie esperienze e delle scoperte personali, così come sulla verifica corale delle proposte. Lavorare sullo sviluppo della comunità educante sta significando quindi per Proodos intraprendere un percorso di ricerca comune, di analisi, di coeducazione creativa. Per riuscire nel proposito occorre promuovere e praticare la cultura del Noi, mettendo insieme ruoli e linguaggi differenti per dare vita ad un alfabeto nuovo che possa essere utilizzato da tutti, per creare un quaderno ad anelli dove ogni giorno si possa mettere insieme un pezzo nuovo. Questo lavoro di messa insieme ci ha portato alla scelta di promuovere un percorso corale di confronto riflessivo e di scrittura partecipata per la costruzione del Manifesto Della Comunità Educante, che abbiamo inaugurato proprio all’evento insieme agli studenti degli istituti scolastici Caruso, Bonghi e Imbriani e dei giovani e delle famiglie delle Parrocchie Sacra Famiglia, Sant’Anna alle Paludi, SS Trinità al Corso Malta.

Il Manifesto della Comunità Educante è stato pensato come uno strumento per fotografare il qui ed ora della comunità: le storie, i sogni e i bisogni e per individuare temi di confronto e campi di intervento; fissare idee e spunti di innovazione; condurre laboratori progettuali di messa a punto di percorsi di cambiamento. Sulla base del lavoro di redazione partecipata si intenderà poi redigere la prima Carta Della Comunità Educante su Gianturco, Poggioreale, S. Lorenzo, Vicaria per raccogliere e articolare le riflessioni strutturate, e individuare e delineare i campi d’azione della comunità che avvia il suo percorso di cambiamento. Questo l’invito fattoci dal vescovo che intendiamo raccogliere: ‘C’è un rischio ed è quello di omologarci, e l’unico modo per realizzare i nostri sogni è la capacità di essere sempre se stessi, di credere fortemente in qualcosa, di lottare nonostante tutto. I nostri quartieri sono territori fragili di cui dobbiamo iniziare a prenderci cura. La fragilità diventa opportunità da costruire insieme, una ricchezza. Costruire reti per farle diventare sistema, per occupare spazi, per essere artigiani di futuro e costruire il presente. Costruire reti e non ragnatele. La rete libera, la ragnatela imprigiona. E quella la dobbiamo combattere con il nostro impegno. Abbiate il coraggio di scegliere di restare, scegliendo di vivere e non sopravvivere. Cambiare è possibile se si dà forza al proprio sogno. Sognare insieme è l’inizio della realtà”.

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