Le mascherine con le stoffe e i colori dell’Africa. A Ospedaletto d’Alpinolo, Avellino, i dispositivi di protezione individuali sono realizzati a mano dai migranti del Centro di Accoglienza Straordinaria La Castagna. Alla macchina da cucire sono 28 gli ospiti della struttura (che ne contiene fino a 44), inaugurata quattro anni fa. Tutti richiedenti asilo: dalla Nigeria, Senegal, Gambia, Costa d’Avorio, Guinea. Ognuno con la sua storia, i suoi dolori e sogni. E il passaggio in Italia attraverso l’inferno della Libia. “Il Centro è ormai come una grande famiglia – spiega Viviana Romano, direttrice del Centro La Castagna -, ragazzi con grande voglia di fare, di lasciarsi un passato doloroso alle spalle, di ripartire con una nuova storia personale. Non è stato facile inserirli in un nuovo ambiente, con un insieme di regole da rispettare. E’ stato fatto un grande lavoro grazie al loro impegno. E la produzione di mascherine rientra nell’attività per sviluppare le proprie competenze e anche per crearsi un obiettivo durante una fase così complicata, per tutti noi”. Le mascherine sono il frutto di un lavoro iniziato con un tirocinio per i migranti finanziato con le risorse dell’8 x mille: i Sarti Neri, il nome del corso, nove mesi di teoria e pratica, ecco i sarti a prova di mascherina.“L’idea di realizzare queste mascherine è venuta quasi spontaneamente – aggiunge la direttrice del Centro – uno degli ultimi arrivi, un ragazzo che ha dovuto affrontare un periodo difficile dopo aver assistito a un crimine, aveva con sé la macchina per cucire. La sua passione ha pian piano contagiato tutti”. Le prime mascherine sono state ricamate a mano per gli abitanti del Centro. Poi la produzione è aumentata e le protezioni realizzare con le stoffe e i colori del continente africano sono finite in dono alle varie aziende di Ospedaletto d’Alpinolo. E durante la fase 1 in cui era impossibile recarsi in giro, soprattutto nelle botteghe di Napoli per le stoffe, il Centro ne ha ordinate grandi quantità sul sito senegalmarket.it. “Siamo rimasti sorpresi dall’interesse che ha suscitato l’iniziativa dei ragazzi del Centro, siamo stati contattati dalla Caritas di Aversa – aggiunge la direttrice del Centro -, ma anche dall’Ospedale Cotugno di Napoli, per ricevere queste mascherine, che sono il segnale di fratellanza, di vicinanza, sebbene con piccole quantità, simbolo di una riscossa collettiva contro il Covid-19”.  

di Nicola Sellitti