ROMA. Quelli pubblicati dal Censis sono numeri da brividi e non certo per il freddo. Il Censis realizza stavolta una fotografia drammatica del nostro Paese che stando ai fatti ci riporta al periodo della ricostruzione dopo-guerra. Le prime difficoltà emergono sul lavoro, e un aumento dei disoccupati che nell’ultimo anno è cresciuto sino a toccare un tasso d’incremento di ben il 34%. Il timore principale che assilla la popolazione? Quello di non arrivare a fine mese. La paura esiste ma gli italiani reagiscono anche con difese “strenue”. Per risultati di ricerca in due anni il 2,5 milioni di famiglie hanno venduto i loro beni, l’85% ha limitato gli sprechi, il 73% va in cerca del risparmio, il 68% ha diminuito gli spostamenti per evitare sprechi di benzina, si vendono meno auto e c’è un boom di biciclette. La strategia sembra quindi essere questa “Risparmio,rinuncio,rinvio”. Altro segnale negativo sulla crisi del nostro paese viene dal settore immobiliare che ci riporta indietro di 15 anni. Il 2012 potrebbe attestarsi addirittura su numeri inferiori a quelli dell’anno 1996, altro anno di grande crisi. Nel 2012, infatti, sono 907 le famiglie intenzionate a comprare casa, ma solo 53,5% realizza successivamente l’acquisto. Crollo anche dei mutui che sono diminuiti del 20% nel periodo  2008-2011 rispetto al quadriennio precedente. Grosso disagio si riscontra nelle coppie decise a separarsi; in crescita le coppie separate in casa per sopravvivere alla crisi. Per non parlare, poi, delle istituzione politiche alle prese con il rispetto dei conti, con dall’altra soggetti economici e non  che “rimasti soli”, attuano “difficili strategia di sopravvivenza”.
                                                                                                                                                 

                                                                                                                                          di Francesco Maiolino

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