TORINO. La crisi economica colpisce le minoranze etniche. Come? I migranti diventano sono l’anello debole del sistema occupazionale. La flessione dell’economia crea paure diffuse stimolano comportamenti razzisti e riducono risorse impegnate per combatterli, con il risultato di indebolire l’azione contro razzismo e xenofobia. È la sintesi del “Rapporto ombra” 2010-2011 sul razzismo in Europa che sarà reso pubblico da Enar  – una rete di oltre 700 ong di tutti gli stati membri dell’Unione europea per combattere le discriminazioni -, in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo. «Nella Giornata Internazionale contro il razzismo è preoccupante vedere che razzismo e discriminazione continuino ad essere così pervasivi in tutta l’Unione europea. I politici devono dimostrare capacità di guida e trasmettere con forza il messaggio che l’uguaglianza nell’accesso al lavoro, alla casa e all’istruzione sono cruciali per costruire una società prospera e coesa, che è ancor più necessaria in tempi di crisi economica. Non possiamo permetterci di respingere ai margini interi settori della popolazione europea», ha spiegato il presidente di Enar, Chibo Onyeji.
UE E RAZZIMO – Il rapporto, basato su 27 rapporti nazionali preparati dai membri di Enar, mette in evidenza che le minoranze etniche e religiose si trovano di fronte a discriminazione ed esclusione in ogni campo della vita: dall’occupazione all’istruzione, dall’abitazione all’azione di polizia. L’Europa a 27 e il razzismo. Tanti i casi collezionati nel rapporto ombra. In Spagna, per esempio, un lavoratore immigrato è stato licenziato per aver chiesto un contratto di lavoro dopo aver lavorato nove ore al giorno, sei giorni alla settimana, per 600 euro per due mesi. Nel Regno Unito, la disoccupazione segna tassi diversi tra immigrati e inglesi. Se per le minoranze etniche è del 12,8%, la popolazione generale è ferma al 7,8%. In Bulgaria, il tasso di disoccupazione dei rom è pari al 49,9%, tre volte più della media. In Irlanda, il 62% dei tassisti africani sostiene di aver subito discriminazioni mentre cercava lavoro nel settore.
SALUTE E CASA – Non va meglio al diritto alla salute. In Romania l’aspettativa di vita dei rom è dieci anni più bassa rispetto alla media degli europei e quasi metà dei bambini rom non ha accesso alle vaccinazioni. In Germania, secondo uno studio del luglio 2010 sui richiedenti asilo nei centri di detenzione, il 90% degli intervistati dice che la detenzione ha avuto un impatto negativo sulla sua salute mentale. A fare paura, inoltre, sono gli atti di violenza con motivazioni razziali dei gruppi neonazisti, che crescono parallelamente al crescente successo di partiti e movimenti di estrema destra, come è accaduto nel Regno Unito, in Danimarca, Ungheria, Grecia e Polonia. E per un immigrato è facile trovare casa? In gran parte dei paesi europei, come Belgio, Danimarca, Austria, Lituania, Svezia, Spagna, Finlandia, Irlanda, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Malta e Polonia, le agenzie immobiliari discriminano perché dopo le trattative iniziali sospendono la disponibilità degli alloggi. Il rapporto evidenzia anche che le persone di origine africana sono particolarmente vulnerabili al razzismo e alla discriminazione etnica in molti Stati dell’Unione Europea, e la loro visibilità aumenta questa vulnerabilità.
PER SAPERNE DI PIU’
www.enar-eu.org  (NETWORK: Rete europea contro il razzismo)

di Luisa Corso

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