ROMA – Qualche giorno fa è stata celebrata la Giornata mondiale del rifugiato, un appuntamento istituzionalizzato nel 2001. In Europa l’Italia è tra i paesi maggiormente coinvolti, anche perché ospita un numero importante di rifugiati. L’integrazione passa attraverso i molteplici aspetti della vita quotidiana. Anche attraverso la cucina. Per questo quest’anno è stato ideato il Refugee Food Festival, un festival appunto che facesse conoscere i rifugiati anche attraverso le rispettive tradizioni culinarie. Un festival che ha abbracciato diverse città europee nelle scorse settimane e che anche in Italia si è svolto in diverse città. Da Firenze a Milano, passando per Bari, fino a Roma. Proprio il 20 giugno la capitale ha ospitato l’appuntamento. L’incontro tra cibo e persone si è tenuto presso la sede romana di Eataly.

LA SCELTA DI ALTROVE – “Altrove è un ristorante dove lavorano uindici ragazzi di seconda generazione, in parte anche rifugiati, che provengono da tutto il mondo ed è figlio di un progetto nato da Matemù e soprattutto dalla onlus Cies (Centro informazione educazione sviluppo)”, ha detto il direttore di Altrove Sandro Balducci. Il Cies si occupa di rifugiati sin dalla sua nascita. Qualche anno fa ha dato vita al progetto Matemù nel quartiere Esquilino di Roma. Un progetto che ha ospitato in sei anni oltre quattromila giovani formandoli in varie arti. Dalla musica al teatro, ed ultima, solo in ordine di tempo, anche la cucina. Da qui è nata una scuola professionale di cucina e pasticceria, personale di sala. Dei ragazzi che si formano presso questa scuola quasi tutti riescono a trovare impiego in ristoranti sani dal punto di vista etico. Alcuni restano a lavorare proprio presso Altrove.
“È una giornata molto speciale. Come noi – ha detto la portavoce di Unhcr Italia, Carlotta Sami – stanno festeggiando questa giornata migliaia di persone in tutto il mondo. Per noi è fondamentale festeggiare la Giornata mondiale del rifugiato perchè i rifugiati hanno avuto delle difficoltà grandissime nella propria vita, ma sono persone molto determinate che vogliono ricostruire la propria vita”.

di Ciro Oliviero

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui