volontariato2MILANO – Per l’azione volontaria, l’intenzione di aiutare gli altri è indispensabile. Ma non basta. Serve anche la capacità effettiva di recare sostegno a chi ha bisogno. In Italia abbonda la prima componente, fatta di generosità gratuita e solidarietà autentica. Purtroppo scarseggia la seconda. Molti volontari non ottengono i risultati sperati perché non hanno una preparazione adeguata. Ecco allora che un’iniziativa come l’università del volontariato, da poco realizzata dal Ciessevi di Milano, può servire a colmare questa lacuna. Il primo compito del volontariato resta quello di interpretare i bisogni emergenti della società, ma sempre più i volontari hanno anche la responsabilità di svolgere una seconda funzione, scomoda ma preziosa: stimolare i policy maker su temi urgenti. Per questo bisogna spiegare ai volontari in quale direzione stia andando il mondo, far capire le sfide della globalizzazione e fornire chiavi interpretative dell’attuale crisi. Oggi il volontario deve essere un anticipatore. Più questo nuovo ruolo sarà interpretato nella sua pienezza, più i giovani torneranno attivi. Negli ultimi 1o-15 anni c’e stato un calo: bisogna invertire la tendenza. Un’altra iniziativa che va nella direzione di offrire occasioni formative ai volontari, seppure a un diverso livello, è la Sec, scuola di economia civile, che ha sede a Loppiano (FI). Nel mondo dell’Accademia, sono ormai tanti i docenti e i ricercatori che si rendono conto che è possibile fare ricerca economica in modo più avanzato rispetto al mainstream. Una novità di non poco conto per il bene comune.

di STEFANO ZAMAGNI, Università di Bologna (Corriere della Sera – Milano)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui