NAPOLI – «Abbiamo il diritto di sapere la verità. Credo che la madre terra debba stare al centro di ogni governo. Bonifiche e ripristino del territorio. Vogliamo collaborare con l’amministrazione di Ercolano. Speriamo rispondano alle nostre numerose istanze». Così don Marco Ricci, presidente di Salute Ambiente Vesuvio, vincitore del premio Luisa Minazzi come “Ambientalista dell’anno 2017”, aprendo la conferenza stampa moderata da Deborah Divertito della cooperativa Se.po.fa., tenutasi questa mattina presso la chiesa di via San Vito ad Ercolano. Nel corso del suo intervento il sacerdote ha ripercorso le tappe che cittadini, volontari ancora prima che associati di Salute Ambiente Vesuvio, hanno percorso. Ha ricordato le istanze presentate all’amministrazione cittadina senza ricevere risposta alcuna. Potendo vantare un rapporto di amicizia con il neo ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, l’associazione proverà a colloquiare direttamente col Costa rispetto al tema delle “Terre dei fuochi”.
Il Vesuvio è un’area protetta, un parco nazionale. Nonostante questo le cronache degli ultimi decenni raccontano a più riprese di sversamenti abusivi, discariche abusive e regolari. Non solo rifiuti soldi urbani, la frazione dell’umido, ma rifiuti speciali. Un punto sottolineato da tutti i relatori presenti al tavole della conferenza di questa mattina, come l’amianto. Aspetto sottolineato soprattutto da Antonio Marfella, medico dell’ambiente, il quale ha detto che proseguirà il lavoro di screening della popolazione avviato dallo scomparso dottor Ciannella. «Come medici per l’ambiente stiamo cercando di realizzare uno screening – ha detto Marfella – controllando la presenza di metalli come arsenico nelle unghie dei piedi e nei capelli. Lo faremo ad Ercolano e ad Acerra su un campione di duecento bambini per ognuna delle due città».
Il Vesuvio, ogni anno sempre più, è anche accomunato molto alla parola incedi. Non solo di rifiuti, ma anche boschivi. Quelli della scorsa estate sono stati violenti ed hanno fatto il giro del mondo. A sottolineare questo punto e le mancanze delle amministrazione dell’ente Parco del Vesuvio e delle amministrazioni dei tredici comuni che ne fanno parte la vicepresidente dell’associazione Salute Ambiente Vesuvio, Marianna Ciano. «Lo scorso anno abbiamo visto il Vesuvio andare in fiamme. Ad un anno di distanza nulla è stato fatto. Il Vesuvio è in una situazione di illegalità persistente tra strade abbandonate e luoghi di sversamento giornalieri di industrie sommerse. Nel parco nazionale mancano figure professionali come esperti di silvicoltura», ha denunciato Ciano.

di Ciro Oliviero

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