di Walter Medolla
ROMA. La condizione sanitaria è delle più gravi: acqua e cibo scarseggiano, così come i rifugi e l’assistenza medica. E’ la condizione dei circa 35mila rifugiati che nello Stato dell’Upper Nile (Sud Sudan)  hanno attraversato il confine nell’arco di tre settimane. La denuncia è di Medici Senza Frontiere : «hanno trovato campi rifugiati sovraffollati e con enormi difficoltà di fornire acqua sufficiente per i 70.000 rifugiati della zona. I nuovi arrivati si sono inizialmente stabiliti in un sito temporaneo, ma l’acqua è terminata e, nella notte di lunedì, 15.000 di loro hanno camminato per 25 chilometri in cerca di acqua». La situazione non è delle migliori in altri campi, come quello di Dadaab, in Kenya, (uno dei più grandi al mondo, ndr) dove mezzo milione di persone vive in condizioni sempre più insicure.
LE TESTIMONIANZE. La vita nei campi è infernale, così come raccontano alcuni rifugiati in queste testimonianze, rilasciate agli operatori di MSF, che abbiamo deciso di pubblicare.
–          Certi giorni, il camion dell’acqua non arriva e non riceviamo acqua. I bambini non fanno che piangere per la sete. A volte passiamo due giorni senza acqua. L’acqua è vicina, ma non possiamo averla, perché non ce n’è abbastanza per tutti. Nelle ultime due settimane, la situazione è peggiorata. Adesso andiamo in un posto fuori dal campo per prendere l’acqua, visto che non ce n’è abbastanza nel campo. Ci vogliono due ore di cammino per arrivarci, e due ore per tornare. È molto faticoso.
 –          Il mio bambino è qui all’ospedale, soffre di diarrea, disidratazione e ha anche delle ulcere in bocca. Sta male da cinque giorni. Vengo da Kadugli, sui Monti Nuba. Sono scappata con i miei nove figli, e ho dovuto lasciare lì mio marito. Non ho più notizie di lui da quando siamo partiti per Yida a settembre. Abbiamo camminato per sei giorni, e siamo dovuti partire in fretta, portando via solo i nostri vestiti. Sono venuta insieme all’intero villaggio – siamo dovuti andare via tutti a causa della guerra. Ho visto persone morire lungo il tragitto, compresi tre bambini. Da quando siamo qui, i miei figli soffrono spesso di diarrea – stanno sempre male. A volte le razioni di cibo che riceviamo non durano fino alla fine del mese. Abbiamo fame.
–          Abbiamo viaggiato per 2 mesi. Molti villaggi che abbiamo attraversato continuavano a essere bombardati, perciò abbiamo continuato a scappare. Il cibo è durato per due settimane, poi è finito. Mangiavamo i lalop (datteri del deserto) e le foglie degli alberi. Davamo il cibo principalmente ai bambini e a volte non avevamo niente da mangiare. Alcuni si sono ammalati gravemente e abbiamo dovuto abbandonarli lungo la strada, non potevamo trasportarli ed erano troppo deboli per andare avanti.


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