bollettaROMA – Con il disegno di legge “concorrenza”, voluto dal governo Renzi, si va verso l’addio al “servizio di maggior tutela”, che attualmente consente di tenere sotto controllo le bollette di luce e gas a famiglie e piccole imprese. La maggior tutela, infatti, è quella rivolta alle famiglie (e per quanto riguarda l’elettricità anche alle pmi con meno di 50 addetti e un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro e alimentate in bassa tensione) che decidono di non entrare nel mercato libero e quindi non scegliere il fornitore. E’ l’Autorità per l’energia e il gas (Aeeg) a fissare le condizioni economiche e contrattuali delle tariffe. Dell’opportunità di eliminare questo sistema si discute ciclicamente da anni: a quanto pare ora il governo ritiene che i tempi siano maturi per lasciare mano libera al mercato.
L’AUTORITY – Che prima o poi vada superato sono tutti d’accordo. Il problema sono i tempi e i modi. C’è chi sostiene, come l’Autority e i consumatori, che il mercato in questo momento non sia ancora maturo e che le condizioni proposte dalle aziende non siano affatto migliori. Inoltre, ci sarebbe ancora poca trasparenza per un reale confronto delle tariffe. Altri, tra cui l’Antitrust, ritengono al contrario che la “maggior tutela” ostacoli la competizione e freni la liberalizzazione del settore avviata nel 2000. Altra domanda che ha creato spesso dibattito è se il consumatore medio italiano sia pronto per voltare pagina. In sostanza, ci si chiede, deve essere ancora accompagnato per mano dal Garante o deve diventare più informato e attivo, per poter fare autonomamente la scelta migliore?
Come detto, tra chi frena c’è l’Autorità per l’energia. A fine ottobre il presidente Guido Bortoni ha avvertito che non è ancora il momento di abolire il regime in quanto «il livello di consapevolezza non è tale da poterlo abolire dalla sera alla mattina, non è una questione di tempi ma di condizione». Sul fronte opposto ci sono non solo imprese e associazioni di settore, ma anche l’Antitrust. Il garante per la concorrenza ha più volte esortato a superare il regime di maggior tutela, con il “conseguente passaggio a mercati retail completamente liberi e concorrenziali”. Passaggio, ha comunque tenuto a precisare l’Antitrust, che però «dovrebbe essere progressivo, rigidamente scadenzato». Molto più rigida invece la posizione dell’agenzia dei regolatori Ue (Acer) secondo cui il sistema si profila come un grave ostacolo al pieno dispiegamento del mercato. Del resto l’addio alle tutele differenziate è un obiettivo previsto dalle direttive Ue sulla liberalizzazione dell’energia, ma anche in questo caso si parla di un periodo “transitorio finché il mercato libero non appaia maturo”
No deciso dalle associazioni, secondo le cui previsioni i cittadini rischiano un aumento delle bollette domestiche pari a circa il 20%. Una mazzata, compresa in circa 42 euro per l’elettricità e 68 per il gas, derivata dagli aumenti che hanno già colpito le famiglie passate al mercato libero nel 2014, secondo l’ultima relazione dell’Autorità per l’energia.
I CONSUMATORI – «È assurdo e inaccettabile il superamento del mercato tutelato senza prima stabilire regole e dare informazioni chiare agli utenti – sostiene Mauro Zanini di Federconsumatori -. Per questo abbiamo chiesto un incontro urgente al governo Renzi, all’Antitrust, che vedremo martedì, e alle Commissioni Attività produttive di Camera e Senato». La cancellazione del mercato tutelato, temono le associazioni, «eliminerebbe sia l’azione positiva dell’acquirente unico che il meccanismo dei prezzi di riferimento fissati dall’Autorità Garante per le utenze casalinghe, che impedisce comportamenti collusivi fra gli operatori». Se poi il Garante fa notare che in Italia il 83% dei volumi di vendita dei consumi domestici è in mano a tre società (di cui una ne detiene il 76%), la situazione è gestita, dicono le associazioni, da un oligopolio.
«Siamo contrari a questo disegno di legge, ma siamo sempre stati in prima fila nel sostenere la concorrenza e le liberalizzazioni, quelle vere però – sottolinea Luigi Gabriele di Codici -. Il sistema pensato dall’esecutivo avvantaggia solo le grandi aziende, ma non è adeguato al mercato italiano che al momento non è maturo per la concorrenza, come nel settore della telefonia». Inoltre Marco Valente della Lega Consumatori punta il dito «sul conflitto di interessi, mai risolto, tra società che allo stesso tempo producono, distribuiscono e vendono energia»: queste mansioni «andrebbero separate in modo netto – precisa – per aprire davvero il mercato alla concorrenza. Se il Gran Bretagna, con il mercato libero i prezzi delle bollette sono schizzati alle stelle la colpa è solo degli oligopoli».
Un capitolo a parte merita il problema della lettura delle bollette: «Ancora oggi quasi nessun cittadino sa davvero che cosa paga in bolletta per mancanza di trasparenza – aggiunge Ovidio Marzaioli del Movimento Consumatori -. Pensate poi che dei 500 mila reclami scritti fatti alle aziende energetiche durante il 2013 il 60% riguardava problemi di fatturazione e il 18% pratiche commerciali scorrette».

di Danila Navarra

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