Si celebra oggi, come ogni anno il secondo lunedì di febbraio, la Giornata Mondiale per l’Epilessia. Anche sul territorio della Campania, alcuni monumenti saranno illuminati di viola per tenere alta la soglia di attenzione di una malattia che colpisce 50 milioni di persone nel mondo in 130 Paesi, 500.000 solo in Italia. A promuovere le iniziative di sensibilizzazioni anche sul territorio campano è la Lega Italiana Contro l’Epilessia, formata dai medici che si occupano della malattia, supportata da alcune associazioni laiche dei pazienti e Vivi l’Epilessia in Campania Odv. Proprio su indicazione di quest’ultima associazione questa sera dall’imbrunire fino a tarda notte si coloreranno la Torre dell’Orologio ad Avellino; la Fontana di Piazza Umberto I ad Atripalda (in provincia di Avellino); l’Emiciclo degli scavi archeologici ad Ercolano; la Casa Comunale di San Giorgio a Cremano. E ancora: la facciata del Municipio di Boscotrecase, il Municipio di Boscoreale, la Sede Comunale in via Garibaldi 45 a Portici, il Colonnato di Palazzo Baronale a Torre del Greco e il Pennino del Belvedere sul mare a Massa Lubrense.

Vivi l’Epilessia in Campania Odv – «Ci sono ancora troppe discriminazioni oggi. Le crisi epilettiche possono essere eclatanti e manifestarsi d’improvviso. Questo rappresenta un ostacolo alla vita di chi ne soffre, che ne parla malvolentieri anche se l’epilessia non conduce alla morte». A dirlo è Lidia Pellegrino, presidente Vivi l’Epilessia in Campania Odv, realtà costituita dalle persone con epilessia e da loro familiari che opera da anni sul territorio regionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. «In molti – aggiunge Pellegrino – non possono fare sport, non possono guidare l’auto se non sono passati almeno due anni dall’ultima crisi, a volte sono rallentati nello studio e soprattutto restano esposti al giudizio altrui». L’allarme lanciato dalla presidente dell’associazione è senza possibilità di interpretazioni: «Di questa malattia si parla ancora troppo poco. Bisognerebbe scuotere le coscienze partendo dalla scuola con dei corsi appositi in favore anche dei docenti, spesso impreparati a gestire le difficoltà di una persona sofferente di crisi epilettica. Abbiamo bisogno di buona prassi nelle scuole, dare opportunità». Tra le cose da sapere per intervenire con efficacia: «Mettere un qualcosa di morbido sotto la persona che sta avendo una crisi, chiamare l’ambulanza se il tempo della crisi diventa eccessivo». Lidia Pellegrino, che auspica anche campagne informative mirate, insiste: «Il problema principale resta quello dello stigma sociale. In altri tempi storici si parlava dell’epilessia addirittura come male del sacro o del demonio. Non c’è tanta differenza di età, né di genere né di etnia per chi soffre di epilessia, che ha diverse forme molte delle quali non mortali». Nonostante i progressi medici e tecnologici, si rammarica la presidente di Vivi l’Epilessia in Campania Odv, «in Campania, nonostante centri d’eccellenza come al Ruggi di Salerno o il Policlinico di Napoli, ci sono le zone interne, quelle difficili da raggiungere e quelle più piccole, in cui si scontano difficoltà per mancanza di strutture».

di Antonio Sabbatino

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