Una distribuzione dei pasti ai senza fissa dimora in movimento, raggiungendo i posti dove i meno fortunati sopravvivono in attesa di un aiuto spesso cercato invano. La cucina mobile Food-Truck, idea nata durante il periodo del lockdown quando la maggior parte delle attività commerciale era chiusa, arriva anche a Napoli città dove le persone costrette a vivere in strada sono migliaia. A gestire il servizio sarà la Fondazione Progetto Arca onlus i cui volontari dell’unità mobile insieme agli Angeli della Strada, tra loro la sinergia è forte e d’esperienza, si occuperanno di fornire le 270 cene calde e le 270 colazioni a settimana ai bisognosi dopo averli incontrati. A finanziare la cucina mobile è la Z Zurich Foundation, unitamente all’Unione Buddhista italiana che si occuperà di fornire il cibo poi distribuito. La presentazione del progetto, questa mattina in piazza Garibaldi dove già i primi beneficiari hanno ricevuto la propria porzione nel giorno 0 di questo nuovo corso.

GLI AIUTI –  «Napoli ha una situazione complicata. I posti nei dormitori sono tra i 300 e i 400, (pochi rispetto ad esempio ai 2700 di Milano ndr.) mentre in strada ce ne sono migliaia e le risorse per l’integrazione non sono poi molte, c’è lassismo» denuncia il presidente della Fondazione Progetto Arca onlus Alberto Sinigallia aggiungendo: «Le persone che sono in strada non cercano sostegno perché sanno come per loro ci sia poco. Con le nostre unità di strada abbiamo trovato persone che non mangiavano da 4 giorni, ecco perché abbiamo portato il food truck, che si è allargato in varie parti d’Italia. Da Milano a Varese, da Torino a Roma e più avanti anche a Bari e Padova. La cucina mobile è il primo aggancio, dopodiché deve partire poi il processo di integrazione abitativa, lavorativa». In prima linea per aiutare i senza fissa dimora, da tanti anni, gli Angeli della Strada Villanova. Volontario storico è Fabio Ciucci, che spiega l’approccio nel sostegno ai clochard e senza tetto. «Io ho una malattia seria, sono un malato terminale – rivela Ciucci – e questo mi ha fatto capire che il tempo va utilizzato al meglio, e al di là di tutto, per far qualcosa per gli altri. Noi diciamo di essere angeli ogni volta che se ne ha l’occasione. L’angelo è un messaggero e noi siamo incaricati di rendere a chi soffre una vita meno difficile agli ultimi degli ultimi, quelli che quando li vedi cambi strada, fornendo supporto e ridando un minimo di dignità». Non è facile la vita senza una casa, un tetto, senza punti di riferimento e Fabio Ciucci lo sa bene. «Parliamo di persone che il primo cambio di indumenti lo potrebbero avere tra 3 mesi. Dopo soli due giorni di questa vita, le persone perdono ogni riferimento logico». «L’inclusione e l’equità sociale sono importanti per noi. Siamo contenti di aver fatto nascere questo progetto. Nei prossimi 3 anni vogliamo dare un effetto positivo a 10 milioni di persone con il nostro tavolo». A dirlo è Marco Zuccarini, referente per l’Italia di Z Zurich Foundation che finanzia il food truck. Stefano Davide Bettera, che si occupa della parte comunicativa dell’Unione Buddhista Italiana, si riferisce alle «grandi città» come «realtà che nascondono sacche di disagio non sempre facili da gestire. Le cucine diventano così un’occasione per incontrare i visi e le vite di uomini e donne e garantire loro non solo cibo caldo ma anche un momento di relazione umana».

L’ASSESSORE –  Nessun esborso per il Comune di Napoli nel progetto della cucina mobile, ma l’ente cittadino comunque è un dito della mano da tendere ai bisognosi. Luca Trapanese, l’assessore con delega al Welfare della giunta Manfredi lancia l’allarme per il periodo estivo. «Per la mia esperienza, l’estate peggiora purtroppo la situazione perché il caldo non fa bene. Troveremo più gente per strada e le risposte che stiamo dando sono diverse: abbiamo più unità di strada che lavorano sul territorio, creato rete tra le organizzazioni che si occupano di senza fissa dimora, capire dove le persone vanno per evitare lo spreco ed è un’azione che vorremmo fare per mettere a frutto le attività del terzo settore in coordinamento con il Comune di Napoli» afferma Trapanese. «La povertà è un problema serio – approfondisce l’assessore al Welfare – e nella nostra città è aumentata, le risposte non sono mai sufficienti. Con il food truck possiamo anche comprendere quali siano le esigenze dei meno fortunati, le problematiche dei senza fissa dimora. Il servizio sarà importante anche per capire come possiamo aiutarli a vivere meglio».

di Antonio Sabbatino

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