MADRID. Obiezione di coscienza per il diritto di curare. Pochi giorni dopo l’entrata in vigore in Spagna della legge che lascia senza copertura sanitaria di base gli immigrati in situazione irregolare e alle persone che non hanno mai versato contributo alla previdenza sociale, si moltiplicano le proteste contro una norma che, per molti, mette fine al sistema di assistenza universale. Sono quasi duemila i medici, gli infermieri e i professionisti della sanità che si sono dichiarati “obiettori di coscienza” firmando il manifesto lanciato dalla Federazione Spagnola dei Medici di Famiglia e di Comunità. “La mia lealtà con i pazienti fa sí che sia impossibile ovviare al mio dovere etico professionale e incorrere nell’abbandono”, recita il manifesto. L’iniziativa, lanciata a luglio, ha avuto un nuovo impulso negli ultimi giorni, anche grazie alla campagna “Derecho a curar” (diritto di curare) promossa dall’ong Medicos del Mundo tra le organizzatrici della manifestazione di protesta organizzata sabato a Madrid, a poche ore dall’entrata in vigore della legge.
LA PROTESTA. Centinaia di persone si sono unite sabato scorso alla protesta davanti all’ospedale Gregorio Marañon, uno dei più importanti della capitale spagnola. “Nessun essere umano è illegale” è stato uno degli slogan più ripetuti. Tra i partecipanti anche molti medici. Come Borja Bodrón, 28 anni, medico traumatologo al Pronto Soccorso dell’ospedale Marañon. Dopo aver chiesto un permesso speciale, con il camice ancora imbrattato di gesso per l’ultimo intervento realizzato, è sceso in strada per dimostrate la sua contrarietà alla legge: “Si creano due tipi di spagnoli. E intendo come tali tutte le persone che stanno vivendo e lavorando qui. Si creano spagnoli di prima categoría che possono accedere alla copertura dello stato e spagnoli di seconda categoria”. E avverte anche di un altro problema: “Se già c’è una saturazione importante dei servizi di Pronto Soccorso, con la nuova legge il rischio è che collassino. Perchè se non c’è acceso a attenzione primaria l’unica attenzione che resta è quella di urgenza”.
LE PREVISIONI. La nuova legge, che secondo le stime colpirà circa 150.000 stranieri in situazione irregolare, lascia la possibilità di accedere ai servizi di urgenza (e mantiene l’assistenza per donne in gravidanza e minori). Il Governo del conservatore Partido Popular ha aperto la possibilità dell’apertura di polizze speciale da parte delle 17 comunità autonome: si tratterebbe di una specie di assicurazione per accedere ai servizi per i quali finora bastava solo essere domiciliati in Spagna. Il costo sarebbe di 710 euro all’anno che salgono a 1.864 se la persona interessata ha più di 65 anni. Ma l’opposizione alla legge non arriva solo dalle ong e dai professionisti del settore: quattro comunità autonome –Andalusia, Canarie, Paese Basco e Asturie– hanno dichiarato che continueranno a garantire l’assistenza sanitaria di base. Anche la Catalogna e la Galizia hanno dichiarato che continueranno a fornire assistenza alle persone senza risorse economiche. Per i detrattori della norma il rischio è che si crei uno “spezzettamento” del sistema sanitario nazionale, con 17 norme diverse. E il timore è che sia anche il primo passo per restringere l’accesso ad altri settori della popolazione.

di Mirko Dioneo

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