PALERMO. “Imparare giocando”: è questo il motto della ricerca condotta presso il Policlinico di G. Martino di Messina, diretta da Carmelo Romeo e coordinata da Rosalba Larcan, direttrice del dipartimento di Scienze umane e sociali dell’ ateneo palermitano. Sarà affidato alle“ marionette” il compito di spiegare ai piccoli degenti dell’ ospedale le modalità dell’ intervento chirurgico al quale dovranno sottoporsi.
MENO ANSIE – L’ uso delle marionette, in certi casi, avviene anche a fini terapeutici, quando si hanno casi di bambini con disabilità fisiche e psichiche per lo sviluppo delle loro abilità sociali. «La fantasia è una componente preziosa – si apprende dalla nota del team di medici e psicologi che sperimenta il progetto – ma in scena questa volta ci va la realtà, perché se da un lato le marionette “parlano” e gesticolando raccontano cosa accade durante un intervento chirurgico, dall’altro giochi mirati incidono sull’immaginazione, trasformando gli strumenti classici del dottore e degli anestesisti in oggetti più familiari. Il risultato atteso è quello di avere bambini più sereni e più preparati a sopportare le classiche attività che accompagnano un’operazione». I bambini vengono supportati dagli psicologi durante il percorso ospedaliero. « L’efficacia del programma- continua il team di studiosi – è stata testata mediante il confronto: i bambini sottoposti al programma manifestavano minori livelli di ansia e un atteggiamento più collaborativo in fase di anestesia rispetto a chi veniva distratto senza un sostegno psicologico e senza fare alcun accenno all’ intervento chirurgico».
di Sabrina Rufolo