FOGGIA. Promuovere la cultura dell’affido di adulti con disagio mentale per vincere stigma e pregiudizio e, soprattutto, per favorire percorsi di socializzazione e di inserimento socio-lavorativo. E’ questa la «sfida» lanciata a «tutti gli operatori sociali». Ma anche «una sfida per il territorio che dovrà dimostrare di possedere risorse per sviluppare una cultura di accoglienza e di inclusione sociale». E’ così che Paolo Cascavilla, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Manfredonia, commenta il nuovo servizio avviato attraverso il Piano Sociale di Zona dall’Ambito Territoriale del Golfo che comprende i comuni di Manfredonia (ente capofila), Mattinata, Monte Sant’Angelo e Zapponeta.
FAMIGLIE, ORATORI, ASSOCIAZIONI. E’ dal Gargano, dunque, che partono nuove modalità di interveto e di presa in carico in favore di persone con disagio mentale “stabilizzato”. In modo particolare, di adulti di età non superiore a 50 anni, che hanno concluso un percorso di cura e riabilitazione e, pertanto, con buone potenzialità di essere coinvolti in attività di socializzazione e di inserimento socio-lavorativo. «Lo stigma e la solitudine sono i principali ostacoli all’inserimento sociale e spesso anche alla cura. Per molti, infatti, il timore del giudizio degli altri, dello stigma, ha provocato isolamento e il peggioramento della propria condizione di esclusione». E proprio da queste considerazioni, quindi, prende corpo l’avviso destinato a nuclei familiari, associazioni, cooperative sociali ed oratori dei quattro comuni coinvolti. Singole famiglie o soggetti collettivi che attraverso la modalità dell’affido sono in grado «di poter offrire un’adeguata ed idonea accoglienza abitativa ed un contesto relazionale atto a promuovere il benessere psico-fisico».
AUTONOMIA PERSONALE. Secondo quanto riportato nell’avviso, «le persone con disagio mentale sono individuate da un gruppo di lavoro, costituito dagli operatori del Servizio Sociale professionale dei quattro Comuni dell’Ambito e del Centro di Salute Mentale, e sono affidate al nucleo familiare o soggetto collettivo individuato dallo stesso gruppo di lavoro, previa sottoscrizione di impegno formale delle parti interessate. L’abbinamento sarà effettuato tenendo conto delle caratteristiche della persona da affidare e delle opportunità offerte dall’affidatario». Inoltre, vista la delicatezza del servizio di cura che l’Ambito del Golfo si appresta ad avviare, «gli affidatari seguiranno appositi percorsi formativi e dovranno assumere l’impegno a promuovere l’autonomia personale e lo sviluppo delle potenzialità di vita della persona affidata, coinvolgendola attivamente nel contesto familiare o nella vita associativa e offrendole opportunità di inserimento sociale e lavorativo».
LA CONSULTA PER IL DISAGIO MENTALE. L’affido di adulti con disagio mentale, che sarà sperimentato nei centri garganici, diventa un’importante risposta di trattamento anche alla luce della nuova pianta organica proposta dall’Asl di Foggia, in seguito alla Deliberazione della Giunta Regionale della Puglia, che prevede la cancellazione dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e la trasformazione di 8 dei 9 Centri di Salute Mentale in ambulatori. Di qui, la costituzione ufficiale avvenuta in questi giorni della Consulta Provinciale sulla riorganizzazione dei servizi di Salute Mentale, che riunisce sofferenti psichici, familiari, operatori ed istituzioni. La Consulta, frutto di un cammino condiviso già da alcuni mesi, ha le idee ben chiare e propone  «che dei 9 CSM attuali ne restino aperti almeno 5, perché non è possibile – ha detto Claudia Cignarella, presidente del neo-sodalizio – lasciare aperto solo quello di Foggia, in quanto tutto il territorio provinciale risente della necessità di fare affidamento su queste strutture, dove le nostre associazioni svolgono attività di supporto».
 
 

di Emiliano Moccia

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